Davide Durante, Candidato nella lista Cantiere Popolare, Musumeci Presidente, è nato ad Erice il 24 novembre 1962. Dopo la laurea in giurisprudenza si è occupato dell’amministrazione delle imprese di famiglia, operanti su tutto il territorio nazionale nel settore dell’edilizia. Dal 2007 al 2012 ha ricoperto l’incarico di Presidente della Confindustria Trapani. Da sempre impegnato nel servizio sociale è stato presidente del Rotary Club di Castelvetrano Valle del Belice 2011/2012. Grande appassionato di sport, ha ricoperto cariche in diverse Società del settore. Esperto di filatelia e storia postale. Sarà presente a Pantelleria mercoledì 17 ottobre per incontrare alcune categorie produttive e alle ore 21.00 presso il Circolo Columbus incontrerà i cittadini.
Che cosa l’ha spinta ad impegnarsi in politica e come pensa possa essere utile la sua esperienza lavorativa?
Mi ha spinto la consapevolezza del terribile momento che stiamo attraversando, dove alla crisi economica si affianca una crisi di valori e di identità che ha fatto perdere di vista l’obiettivo che è e deve rimanere sempre quello di consegnare ai nostri figli un mondo migliore. Invece, con il passare del tempo, anche grazie al ruolo di rappresentante degli imprenditori che ho ricoperto negli ultimi cinque anni, mi sono reso conto che, per la prima volta nella storia, noi rappresentiamo la generazione che consegnerà ai propri figli un mondo più povero, sia dal punto di vista economico che dei valori e di questo siamo tutti responsabili, soprattutto nella misura in cui stiamo fermi a guardare o, peggio, a criticare senza far nulla per cambiare le cose.
Considerata la carica che ha ricoperto all’interno della Confindustria di Trapani, quali passi ritiene importanti fare anche rispetto alla corruzione che ha ormai invaso la maggior parte dei settori economici della Sicilia e non solo?
Il mio ruolo in Confindustria è cessato un attimo prima dell’accettazione della candidatura in quanto i due ruoli sono, per nostro codice etico, incompatibili. Per quanto riguarda la corruzione dilagante abbiamo la certezza che essa si alimenta e prende posizione in modo direttamente proporzionale all’assenza di regole chiare e trasparenti. Essa è presente al Sud come al Nord, forse cambia la denominazione che si attribuisce ad uno stesso fenomeno. La corruzione è tanto più fertile quanto più si alimentano le rendite di posizione che acquisiscono alcuni dirigenti che per anni governano gli stessi uffici e che li utilizzano per proprio tornaconto personale. Per eliminarla è necessaria maggiore trasparenza, regole certe, rotazione dei funzionari della pubblica amministrazione, attribuzione di ruoli di controllo ad organismi esterni rispetto alle stesse pubbliche amministrazioni.
Pantelleria sta vivendo momenti di notevole difficoltà che hanno rimarcato l’assenza delle istituzioni rispetto ad una programmazione seria, come recuperare la fiducia considerato che i politici arrivano sull’isola solo in campagna elettorale?
Io ho un legame molto intenso con l’isola di Pantelleria, non fosse altro che perché ha dato i natali alla mia compagna. Vivo sulla mia pelle i disagi di Pantelleria. Ho vissuto quello dell’aereo che non parte perché il tempo è brutto, quello della nave che dopo sei ore di viaggio, quando la meta sembra essere stata raggiunta, torna indietro perché non riesce ad attraccare. Ho vissuto, questo indirettamente, anche la crisi determinata da un malore per il quale è necessario essere trasportati con l’elisoccorso a Palermo. Seguo giornalmente l’abbandono vissuto dagli isolani e sento la responsabilità di dover mettere la mia faccia anche per lottare affinché ogni singolo isolano abbia gli stessi diritti e le pari opportunità di qualsiasi altro cittadino.
Mi scoraggia molto, però, lo stato di sconforto degli abitanti di Pantelleria, molti dei quali hanno deciso di non andare a votare o di consegnare le schede elettorali. A loro chiedo: qual è l’obiettivo? Un atto di protesta? Una ribellione? Non volete essere complici di coloro che saranno chiamati a governare? Bene. E come pensate di raggiungerlo? Facciamo l’ipotesi che su 4000 votanti, 3000 rimangono a casa. Un bel risultato. Certamente un bel segnale. Ma rimarrà solo un segnale perché nel frattempo ci saranno altre 200.000 persone nel resto della provincia che eserciteranno il proprio diritto di voto e l’Assemblea regionale Siciliana si costituirà con o senza il voto dei Panteschi. E allora approfitto di questa intervista per fare un invito. Andate a votare scegliendo compatti una persona che siete sicuri di poter incontrare per strada e alla quale potrete urlare in faccia la Vostra rabbia o alla quale poter chiedere il rispetto dei Vostri diritti.
In questi giorni è stato proposto a numerosi candidati alle elezioni regionali e ai candidati alla presidenza un Patto da sottoscrivere con i panteschi e con gli abitanti di tutte le piccole isole, contenente priorità improrogabili per le comunità isolane. Ritiene di potersi impegnare in questo senso e rispetto a qualche tematica particolare?
Io credo che il migliore impegno che posso prendere con gli abitanti di Pantelleria è quello di continuare ad amare quest’isola e di battermi affinché quel gap che divide l’isola dal resto della Sicilia venga eliminato. La chiave e la soluzione di tutto si può sintetizzare nel “sistema dei trasporti” che per un’isola sono un bene pubblico essenziale, esattamente come la sanità e la scuola. A proposito della scuola, anche su questo punto credo ci sia molto da dire con questo via vai di insegnanti che si susseguono privando i ragazzi di quella continuità che è necessaria per un percorso di studi sereno.
Ritiene importante istituire un assessorato specifico per le piccole isole che mantenga viva l’attenzione sui problemi di queste comunità o ipotizza altri percorsi?
Un Assessorato può rappresentare la chiave per puntare l’attenzione sulle isole e per dare priorità alla soluzione dei problemi specifici che in esse si individuano. Un assessorato che si raccordi con tutte le amministrazioni responsabili di diversi settori è importante. Ma bisogna stare attenti che non diventi come il famigerato “sportello unico” che doveva risolvere i problemi della burocrazia e che invece è diventato solo una scatola vuota perché non vi era alle spalle un ufficio funzionante. L’Assessorato è importante, ma servono contenitori dietro i quali ci siano capitoli di bilancio specifici con i soldi da investire sulle isole, funzionari responsabili e assessori competenti. A queste condizioni la risposta è si. Un assessorato può aiutare a risolvere il problema.
Giovanna Cornado Ferlucci
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