Pantelleria, generosa, continua a regalarci preziosi tesori archeologici ed è sorprendente vedere come riemergano alla luce dopo secoli di buio, grazie al lavoro di esperti archeologi e di giovani allievi che passano ore sotto il sole, lavorando in condizioni difficili. Li abbiamo visti a settembre, in località Scauri, affaticati e sorridenti, stanchi ma entusiasti… catturati da ciò che sotto le loro mani riacquistava un posto nella storia e nella memoria di una comunità. Sorprende la vitalità e la passione di questi ricercatori che non si scoraggiano di fronte alle numerose difficoltà, è capitato a molti incontrarli a Mursia, a Cimillia, a Cala Tramontana, a Favarotta, a San Michele, a Monastero e a Gadir. Più volte Pantelleria Internet ha seguito le vicende del Parco Archeologico della nostra isola che stenta a decollare…. mancano i fondi per finanziare i gruppi di ricerca, non c’è personale per mantenere le numerose zone archeologiche che sono state scoperte e che sono abbandonate all’incuria: i turisti trovano cartelli bruciati dal sole ed erbacce alte all’inverosimile. Anche il Giornale di Sicilia, in data 30 agosto 2012, con un articolo del nostro direttore Salvatore Gabriele, denunciava la crisi che minaccia gli scavi dell’Acropoli dovuta anche al fatto che le istituzioni internazionali hanno abbandonato gli studiosi impegnati a Pantelleria. In quell’occasione Sebastiano Tusa, Sovrintendente per i Beni ed Ambientali di Trapani, che a Pantelleria ha dedicato anni di lavoro e di studio ha dichiarato: “Noi non ci fermiamo e continuiamo ad andare avanti con l’entusiasmo dei singoli e con gli accordi con le Università.”
Il dottor Luigi Biondo, Direttore del Parco, aveva dichiarato di aver ricevuto solo i soldi per i francobolli. Ma la notizia a dir poco curiosa, per non dire disarmante, arriva da Francesco Brignone, consigliere provinciale di origine pantesche. “Ho fatto parte della Commissione Cultura Provinciale che ha seguito la questione del Parco- ha detto – a Trapani ci sono quattro parchi: quello di Selinunte, di Segesta, del Baglio Anselmi di Marsala e il parco Archeologico di Pantelleria. I primi tre hanno una struttura con uffici, personale, itinerari, materiale, custodi, cioè tutta una intelaiatura come si conviene. L’unico che non ha nulla è quello di Pantelleria, c’è solo il direttore nella persona dell’architetto Luigi Biondo, sprovvisto di qualsiasi mezzo. Però l’unico parco che ha le carte in regola per quanto riguarda la burocrazia e le disposizioni di legge è il nostro, ma è anche l’unico parco che effettivamente nella realtà non esiste. La perimetrazione, definita nel maggio del 2011, è stata inviata in Regione e in Sovrintendenza per la definizione del budget, degli uffici e quant’altro serva per il funzionamento. Tutto desolatamente fermo. Credo che c’entri anche la pressione politica all’interno dell’Assessorato competente, considerato che l’ultimo anello mancante è quello di una decisione politico-amministrativa che dia gambe al progetto, stabilendo una dotazione organica e una economica. Basta vedere cosa accade altrove, pullman di turisti, percorsi strutturati, operazioni che producono anche sul territorio movimenti economici e indotto di vario genere.”
Non ci sono parole per esprimere… non so bene cosa!
Giovanna Cornado Ferlucci
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