Quest’anno l’annata delle olive a Pantelleria si presenta veramente fruttifera, i lunghi rami degli alberi, allungati e quasi radenti al terreno, si sono ulteriormente abbassati sotto il carico abbondante. Finita la vendemmia e mentre per le vie dell’isola “dal ribollir de’ tini va l’aspro odor dei vini l’anime a rallegrar” di carducciana memoria, nei campi è iniziata la raccolta manuale delle olive, che i contadini conducono aiutandosi l’un l’altro scambiandosi “giornate di lavoro”.
Puntualmente, quindi, nel mese di ottobre ha ripreso a funzionare il frantoio oleario, operativo dal 1997 presso i locali della Cooperativa Agricola Produttori Capperi di Scauri Basso. Il moderno macchinario, silenzioso e paziente, ha atteso per un lungo anno l’arrivo dei frutti carnosi che i contadini incominciano a raccogliere all’inizio di ogni stagione autunnale. Un servizio essenziale per i contadini panteschi che accanto ad uva e capperi coltivano da secoli anche i preziosi ulivi dalla chioma espansa, potati con maestria a difesa dal vento impetuoso.
I primi carichi sono arrivati al frantoio nella mattinata del 9 ottobre scorso, le operazioni di molitura continueranno fino a metà novembre. Arrivato il turno stabilito, Pino Bonomo si è presentato al frantoio con le cassette colme di olive, ad accoglierlo c’era Francesco Ferreri che ha espletato le prime operazioni di registrazione e di pesature del carico. Dopo che le olive sono state lavate per togliere eventuali residui fogliari, hanno iniziato il loro viaggio nel frantoio sotto gli occhi vigili di Francesco che controllava i vari passaggi. Il procedimento della spremitura avviene in più fasi: la prima consiste nella macinazione che serve a frantumare le olive, segue poi la gramolatura che favorisce lo scioglimento delle molecole dell’olio e la torchiatura che serve per separare la parte solida della pasta di olive da quella liquida denominata “sansa”. Il mosto così ottenuto, in cui sono presenti l’olio e l’acqua di vegetazione delle olive, viene a sua volta passato alla centrifuga che divide l’acqua dall’olio. Dopo tale fase l’olio è posto in un decanter, dove si estraggono le ultime impurità.
La spremitura a freddo rispetta maggiormente le qualità organolettiche del frutto, non fa uso di solventi chimici ed offre la maggior qualità dell’olio, il rispetto delle sue proprietà e la conservazione di tutti quegli elementi di sapore e profumo, nonché degli elementi antiossidanti naturali presenti nell’olio che ne garantiscono la durata e la qualità nel tempo.
Quella mattina, le ultime fasi della lavorazione sono state seguite da Luigi Chiaiesi che ha controllato anche la resa finale del prodotto. Alla fine Pino Bonomo torna a casa soddisfatto con il prezioso olio chiuso in recipienti di acciaio. La resa per lui è stata del 16,50 litri per quintale, per altri raggiungerà anche il 20,04.
Giovanna Cornado Ferlucci
Nell’album tutte le foto della molitura delle olive
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