TUTTI ASSOLTI GLI OTTO IMPUTATI PER LA PRESUNTA TRUFFA DEL VINO

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Tutti assolti con formula piena per non aver commesso il fatto gli otto imputati sulla presenta truffa del vino a Pantelleria. Una sentenza annunciata quella del tribunale di Marsala perché già lo scorso 11 ottobre il pubblico ministero Nicola Scalabrini che doveva sostenere l’accusa aveva chiesto l’assoluzione per tutti. Ci sono voluti sei anni di indagine per arrivare poi ad un nulla di fatto. Nella storia era rimasto coinvolto anche l’ex ministro Calogero Mannino che a Pantelleria ha una cantina, ma era già stato assolto con formula piena nel 2009.

Gli otto sotto processo erano imputati di vari reati che vanno dalla frode vinicola, falso, truffa ai danni dello Stato, furto di vino. L’inchiesta era partita dalla denuncia di un produttore, Roberto Casano, che aveva lamentato tra l’altro furto di passito dentro la cantina della “Nuova Agricoltura”, presidente Salvatore D’Amico, dove imbottigliavano tra gli altri l’Abraxas di Mannino e la Mstronaro di Salvatore e Giuseppa Murana. Gli otto assolti sono Antonio Casano difeso dall’avvocato Umberto Coppola e Antonino Ruvolo, difeso dagli avvocati Fabrizio Di Paolo e Lillo Fiorello, dipendenti dell’ex Banco di Sicilia, accusati di truffa ai danni dello Stato e della comunità europea in ambito ai patti territoriali della Provincia di Trapani, Antonio D’Aietti, enologo, Salvatore e Luca D’Amico e Antonio Gauli, rispettivamente legale rappresentante, gestore «di fatto» e cantiniere della cooperativa «Nuova Agricoltura» di Pantelleria, Salvatore e Giuseppa Murana, titolari dell’omonima ditta vinicola e della «Mastronaro», tutti difesi dagli avvocati Pietro Bernardo e Gaetano Di Bartolo. "Finalmente – ha dichiarato l’avvocato Pietro Bernardo -, dopo quattro anni di indagini e quattro anni di dibattimento, il Tribunale ha ristabilito la verità dei fatti, rendendo giustizia a quanti hanno fatto del VINO la propria ragione di vita. Rimane l’amaro per i danni all’immagine dei produttori coinvolti e del Passito di Pantelleria". Il processo che andava avanti dal 2006 aveva seguito un doppio filone di indagine: uno per frode in commercio, per la vendita di sostanze alimentari non genuine, appropriazione indebita, falso ideologico e truffa aggravata; l’altro per truffa ai danni dello Stato, in quanto per l’accusa la Abraxas di Mannino avrebbe avuto indebitamente un finanziamento pubblico per la realizzazione, a Pantelleria, di un impianto per vini speciali. Ma l’ex ministro dell’agricoltura era stato assolto con formula piena e ascoltato come teste in questo processo. Con il rito abbreviato oltre a Mannino erano stati assolti in sede di udienza preliminare, pure Nicola Centonze, Attilio Scienza, Giuseppe Fraggetta, Alfonso e Attilio Tripodi, l’amministratore unico della «Abraxas» Angelo Salmeri, l’enologo Luciano Parrinello, Francesco Lo Pinto e Pasquale Raia. Erano stati nominati anche dei periti, il professor Sergio Galassi, dell’Università di Bologna, e l’enologo Natale Russo, il cui responso fu reso nel corso di un «incidente probatorio» chiesto dalla Procura per accertare, innanzitutto, la sussistenza dell’ ipotesi relativa alla sofisticazione del «passito» commercializzato sia dalla ditta fondata da Mannino, che da altre aziende. I periti esclusero la sofisticazione.

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