<< http://cronacaeattualita.blogosfere.it/2012/12/strage-scuola-connecticut-e-adam-lanza-lassassino.html : “
Non è Ryan, ma Adam Lanza, non è la faccia del profilo Facebook dato in pasto al popolo del web ma era un altro l’omicida della scuola del Coonecticut, e la ‘rete’ ne esce con le ossa rotte, colpita e affondata da quegli stessi mezzi di diffusione che dovrebbero fare informazione e che invece hanno disseminato spesso notizie prive di reale fondamento. La tragica realtà, però, è quella della morte che è andata a trovare la Sandy Hook Elementary School…”>> A onor del vero, lì, però, la morte si è, semplicemente anche se malauguratamente, esibita. Dapprima nella Sandy School e di seguito sulla Rete. In tal modo ha, clamorosamente e per sempre, soddisfatto l’insana voglia di protagonismo d’una personalità corrosa, giorno dopo giorno, dalla frustrazione vittimistica di chi insegue la conferma del Sé nel Predominio sociale piuttosto che nell’Identità personale. Difatti, dai dati biografici, per Adam Lanza si desumono vent’anni di accidia anaffettiva, trascorsi in ostilità col padre lontano, in rancore con la madre distratta, in invidia col sorriso degli Altri, in assoluta inimicizia con la propria immagine d’adolescente perbene lasciato a languire da un ambiente indifferente alle sue voglie. Palesemente megalomane nell’autostima e incapace di autocritica liberatoria, ebbe a nascondere, acquattato nella bile, i suoi giorni delusi e covò la vendetta del cecchino che spara all’impazzata contro ignoti. Invidioso della serenità Altrui, indifferente Madre pistolera compresa, se ne sentiva ingiustamente estromesso e ritenne Ognuno indegno usurpatore della propria. Così, aberrando, é giunto alla strage di SEDICI BAMBINI di sei anni, di QUATTRO RAGAZZETTI di sette, di SEI ADULTI, forse SETTE, oltre i trenta. In lacrime, anche la commemorazione di Mister Obama ha cercato risposta a tanta maligna perfidia brancolando tra l’eccessiva diffusione delle armi e l’inadeguatezza delle Politiche Nazionali. Che risulti però, neanche in questo caso, né l’alienazione del possesso, né le regole del porto d’armi, sono riuscite a controllare le anonime intenzioni dell’aggressore. Partendo dall’accaduto e considerati i misfatti del calendario quotidiano, non è magari il caso di affrontare più che l’eliminazione delle armi, strumenti che sparano a richiesta, quella delle rabbie da insuccesso, sentimenti che premono ogni tipo di grilletto cercando vendetta sugli Altri ai propri fallimenti? Dalle pistole, con un pò d’agilità, ci si può scansare ma come farlo, ad esempio, citando Padre Dante “ Inferno XXX ”, da un Gianni Schicchi o da una Mirra, infelici “ falsatori di persona ” immersi a dilaniare e dilaniarsi in un inferno di rabbiosa invidia? Malgrado il default in cui é incorso, attribuendo a Ryan le turpitudini di Adam, a che serve prendersela con il Web della comunicazione facilitata o il Facebook dei tags? Anche un aereo di linea può essere un’arma impropria se usato per sopprimere tutto e tutti motivando l’aggressione agli agnelli con le ragioni dei lupi. Ground Zero insegna: non di sola Rete si avvale la rabbia dei Kamikaze Falliti. Perso rispetto della propria Umanità oltre che di Famiglia, di Società, di Politica, di Religione e della Vita stessa non hanno null’altro da perdere e sopravvivono d’accattonaggio prostituito come le Tenie o di falsificazione ricattatoria come i Cuculi che, incapaci perfino di nutrire i figli stessi, tentano d’insidiare l’altrui Nido. Perciò, anche a Natale, malgrado Erode, la “ rete ” resta una ribalta utile e innocua anzi opportuna per riconoscere ed apprezzare al meglio le maschere infelici di Gianni e Mirra.
Antonio Valenza
( N d R: Consulente per la Motivazione nell’Orientamento Scolastico e Professionale )
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