IL GOVERNO DEVE CAUTELARE PANTELLERIA DALLA MINACCIA ISIS

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Caro Direttore,
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nritengo che il Governo debba cautelare Pantelleria e Lampedusa che sono le isole più vicine alla Libia e l’Isis ha minacciato l’Italia, con un potenziale di militari specializzati che dovranno essere sulle due isole, per salvaguardare gli abitanti e scongiurare sbarchi e attacchi da parte di questi terroristi.
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nLa situazione è seria e grave,
spero che il nostro Sindaco Salvatore Gabriele e l’Amministrazione Comunale si attivino fin da subito per richiedere quanto sopra citato (sempre nel limite delle loro mansioni e richieste). Guardiamo avanti a cose serie per il bene nostro e dei nostri figli.
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nE’ un mio semplice pensiero da chi vive 12 mesi l’anno su un’isola a volte sempre più isolata.

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nCordialmente
nMimmo Iannaccone
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nL’EUROPA NON DEVE FARSI TROVARE IMPREPARATA
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nGentile Direttore,
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nvorrei lanciare un grido di aiuto e di speranza attraverso le pagine del suo giornale.
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nL’avanzata dell’Isis in Libia, alle porte di Tripoli, rischia di innescare dalle coste del paese nordafricano un esodo, nuovi flussi migratori, che finirebbero inevitabilmente per riversarsi sull’Italia.

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nChe L’Europa non si trovi per l’ennesima volta impreparata dinanzi a queste migliaia di uomini, donne e bambini.
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nChe si sbrighi a trovare soluzioni diverse rispetto a Triton.
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nChe si sbrighi a formare dei veri cordoni umanitari per salvare questa povera gente, stretta nella morsa della follia omicida degli uomini dell’Isis e dei trafficanti di uomini.
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nChe il Mediterraneo, mare di pace e d’integrazione fra popoli, non si trasformi nuovamente in un cimitero.

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nIl problema non è solo della Libia ne dell’Italia. E’ un problema europeo se non mondiale. Le primavere arabe, che tutti noi europei abbiamo elogiato, rischiano di portare solo caos e instabilità. Non abbiamo fatto nulla per guidare quelle rivoluzioni democratiche verso una stabilità politica e sociale dei paesi. Motivo per cui oggi ci ritroviamo l’Isis a poche centinaia di chilometri dalle nostre coste e nuovi esodi di massa, alimentando il mercato dei trafficanti di uomini. Questa è la cruda verità e l’Europa ne è responsabile.
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nNon è più il tempo delle parole. Siamo stufi di comunicati e di “si doveva o si poteva fare di più”.
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nServono i fatti: bisogna salvare le vite e non contare per l’ennesima volta i morti. L’Europa deve alzare lo sguardo oltre i propri confini se vuole continuare a chiamarsi Europa. Non possiamo più chiamarci Europa se non iniziamo a render onore ai nostri fratelli uccisi, dando i giusti mezzi per fronteggiare quelle che da domani potrebbero essere nuove ed ennesime uccisioni di massa.
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nNon possiamo più chiamarci Europa se non riusciamo a garantire il diritto alla VITA ai nostri fratelli più deboli.

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nAngelo Casano

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