Sono partita da Pantelleria dopo il mese di Maggio e la processione della >Madonna della Margana e avevo due appuntamenti irrinunciabili: la visita in Umbria alla zia Maria Cornado, 97 anni, (che tanti conoscono come la moglie >di Jacu Cimune) e il ritiro di un premio letterario a Roma. Al 27° Concorso di Poesia dedicato a P. Raffaele Melis Oblato di M.V., il mio libro "Canto la tua >terra",scritto su papà Giovanni e la sua e mia amata Pantelleria, già presentato al Castello dell’isola nell’agosto del 2008, si è piazzato al 2° >posto con tanto di medaglia della Presidenza del Consiglio Comunale di Roma. Una coincidenza di date ha fatto sì che p. Silvano mi invitasse a Nettuno >per l’8 giugno, dato che la premiazione era per il giorno dopo: >avevo già potuto sentire l’esperienza vissuta dallo stesso p. Silvano, ma >quando mi sono trovata immersa in quel clima di festosa religiosità, espressa dai panteschi emigrati da molto tempo nell’Agro Pontino, lungo tutta la via "Corsyra"(così da loro denominata) di Nettuno, non mi pareva neppure di trovarmi fuori Pantelleria. Il gergo, la devozione, il rosario pantesco, l’inno alla Madonna della Margana, la creatività di luci e di scene sacre che invitavano alla meditazione lungo la strada, la musica della banda, tutta legata a canti mariani, mi facevano fare uno spontaneo accostamento. Il legame con la terra d’origine è rimasto nel cuore e la fiducia nella Madonna della Margana ha accompagnato sempre questi esiliati nostri parenti che in ogni luogo hanno creato una cappella per Lei. Io ho visto quella di Nettuno, ma c’è anche ad Aprilia (Lt) dove Franca Aurora Giannusa ha >scritto, sulle immaginette dispensate a fine processione, una preghiera-canto il cui punto centrale è:"Tu un’isola proteggi/ci tieni al >tuo bel gregge/pensi a noi che siam lontani/con il futuro nelle tue mani". Un momento suggestivo a metà percorso è stata la sosta della gente con i flambeaux alzati davanti allo stendardo della Madonna della Margana, intanto che il quadro raggiungeva, su un furgone, le case più lontane in modo che tutti gli oriundi panteschi fossero raggiunti dal suo sguardo rassicurante. Così, sull’eco di Maria, bianca come il giglio e vista come "una rosa senza >spina", gli uomini e le donne della confraternita si mostravano nel loro >significativo costume. P. Silvano ha pregato il Rosario e la gente non si stancava: misteri gaudiosi all’andata, quelli gloriosi al ritorno con tanto di benedizione >finale prima dei festeggiamenti presso la sede della Cooperativa Agricola presieduta dal Signor Ferreri…da almeno 28 anni. Incontrato,prima della processione, costui ha mostrato segni di speranza, parlando dei giovani che tornano gradualmente al lavoro della terra… Possano ancora, questi nostri lontani parenti ed amici, essere di esempio per gli isolani, soprattutto per i ragazzi disoccupati. C’è un invito a riprendere in mano un lavoro, sicuramente faticoso, ma che saprà certo fare emergere le ricchezze segrete della terra pantesca che, col mio papà, anch’io ho voluto cantare.
Beatrice Cornado
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