"Per tutte queste ragioni lo sblocca Italia costituisce – secondo l’on. Rosa Amato – una palese violazione delle norme europee, in particolare della direttiva offshore 2013/30/ue sulla sicurezza delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi, e dalla nuova direttiva 2014/52/ue sulla valutazione di impatto ambientale.
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n“Contro queste violazioni – ha detto – abbiamo dato e continueremo a dare battaglia in Europa”. Entro il 19 luglio 2015, la commissione presenterà una relazione al parlamento europeo e al consiglio per valutare efficacia dei regimi di responsabilità nell’unione in relazione ai danni causati dalla operazioni in mare nel settore degli idrocarburi.
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n“Abbiamo infatti già ricevuto risposta – ha continuato nella sua relazione Rosa Amato – alla nostra interrogazione alla Commissione europea sullo Sblocca Italia e lo stesso commissario all’ambiente Vella dice che per quanto riguarda la direttiva 2013/30/UE sulla sicurezza delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi, gli Stati membri devono adottare le disposizioni necessarie per conformarsi a tale atto legislativo entro il termine di recepimento del 19 luglio 2015. Quanto alle procedure che gli Stati membri devono seguire ai fini del rilascio delle autorizzazioni (licenze) di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi nei territori soggetti alla loro giurisdizione, la direttiva 94/22/CEE consente agli Stati membri di fissare liberamente i criteri di selezione, a condizione che siano trasparenti, obiettivi e non discriminatori.
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nVigileremo anche su questo – ha assicurato l’europarlamentare M5S. “Mentre alla nostra interrogazione sulle operazioni offshore il commissario all’energia e clima Cañete afferma che la direttiva 2013/30/EU imputa la responsabilità dei danni derivanti da operazioni offshore a tutti i licenziatari offshore, indipendentemente dal momento del rilascio delle loro licenze.
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n“L’iniziativa di oggi – ha detto in conclusione l’onorevole Rosa D’Amato – deve mirare pertanto a cominciare a far rete fra tutte queste esperienze di protesta contro i fossili. Cominciamo a darci una strategia precisa, e soprattutto a battere il pensiero fossile con un nuovo pensiero solare che indica un’ alternativa valida e realizzabile, se c’è la visione e la volontà politica di perseguirla. Che la manifestazione di oggi rappresenti il momento di svolta dalla protesta alla proposta, per una vera sovranità energetica dei cittadini contro i monopoli energetici che hanno imposto al mondo i loro interessi. In generale a livello europeo è stato presentato un piano energetico che prevede un forte taglio a delle emissioni di CO2 del40% (più che condivisibile) ma una quota molto bassa di fonti energetiche rinnovabili (pari al 27% della produzione totale). E’ solo indicativo, infine, l’obiettivo in materia di efficienza energetica, fissato sempre al 27% a livello europeo, sottovalutando pertanto il fatto che la riduzione dei gas serra e l’affrancamento dalle energie fossili non si ottengono solo con le rinnovabili, ma soprattutto moderando il consumo. Parlando di risparmio energetico infatti ci si fermerà attorno al 18-19% sul 20% stabilito negli obiettivi di Europa 2020 . Un risultato tra l’altro riconducibile per i due terzi alla crisi economica. La strada da percorrere invece è quella dell’autosufficienza energetica, cioè energie rinnovabili ed efficienza energetica ottenuta attraverso una miriade di piccole opere (coibentare gli edifici, ad esempio) che portano lavoro alle piccole e piccolissime imprese. Questo non significa che non servano investimenti. Il problema è che "l’Ue preferisce investire in grandi opere inutili alla cui esecuzione partecipano le grandi imprese. E questa, è una politica sbagliata dal punto di vista ecologico, economico e sociale".
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nNelle prossime edizioni pubblicheremo i resoconti degli altri interventi.
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n“Contro queste violazioni – ha detto – abbiamo dato e continueremo a dare battaglia in Europa”. Entro il 19 luglio 2015, la commissione presenterà una relazione al parlamento europeo e al consiglio per valutare efficacia dei regimi di responsabilità nell’unione in relazione ai danni causati dalla operazioni in mare nel settore degli idrocarburi.
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n“Abbiamo infatti già ricevuto risposta – ha continuato nella sua relazione Rosa Amato – alla nostra interrogazione alla Commissione europea sullo Sblocca Italia e lo stesso commissario all’ambiente Vella dice che per quanto riguarda la direttiva 2013/30/UE sulla sicurezza delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi, gli Stati membri devono adottare le disposizioni necessarie per conformarsi a tale atto legislativo entro il termine di recepimento del 19 luglio 2015. Quanto alle procedure che gli Stati membri devono seguire ai fini del rilascio delle autorizzazioni (licenze) di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi nei territori soggetti alla loro giurisdizione, la direttiva 94/22/CEE consente agli Stati membri di fissare liberamente i criteri di selezione, a condizione che siano trasparenti, obiettivi e non discriminatori.
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nVigileremo anche su questo – ha assicurato l’europarlamentare M5S. “Mentre alla nostra interrogazione sulle operazioni offshore il commissario all’energia e clima Cañete afferma che la direttiva 2013/30/EU imputa la responsabilità dei danni derivanti da operazioni offshore a tutti i licenziatari offshore, indipendentemente dal momento del rilascio delle loro licenze.
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n“L’iniziativa di oggi – ha detto in conclusione l’onorevole Rosa D’Amato – deve mirare pertanto a cominciare a far rete fra tutte queste esperienze di protesta contro i fossili. Cominciamo a darci una strategia precisa, e soprattutto a battere il pensiero fossile con un nuovo pensiero solare che indica un’ alternativa valida e realizzabile, se c’è la visione e la volontà politica di perseguirla. Che la manifestazione di oggi rappresenti il momento di svolta dalla protesta alla proposta, per una vera sovranità energetica dei cittadini contro i monopoli energetici che hanno imposto al mondo i loro interessi. In generale a livello europeo è stato presentato un piano energetico che prevede un forte taglio a delle emissioni di CO2 del40% (più che condivisibile) ma una quota molto bassa di fonti energetiche rinnovabili (pari al 27% della produzione totale). E’ solo indicativo, infine, l’obiettivo in materia di efficienza energetica, fissato sempre al 27% a livello europeo, sottovalutando pertanto il fatto che la riduzione dei gas serra e l’affrancamento dalle energie fossili non si ottengono solo con le rinnovabili, ma soprattutto moderando il consumo. Parlando di risparmio energetico infatti ci si fermerà attorno al 18-19% sul 20% stabilito negli obiettivi di Europa 2020 . Un risultato tra l’altro riconducibile per i due terzi alla crisi economica. La strada da percorrere invece è quella dell’autosufficienza energetica, cioè energie rinnovabili ed efficienza energetica ottenuta attraverso una miriade di piccole opere (coibentare gli edifici, ad esempio) che portano lavoro alle piccole e piccolissime imprese. Questo non significa che non servano investimenti. Il problema è che "l’Ue preferisce investire in grandi opere inutili alla cui esecuzione partecipano le grandi imprese. E questa, è una politica sbagliata dal punto di vista ecologico, economico e sociale".
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nNelle prossime edizioni pubblicheremo i resoconti degli altri interventi.
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