Non pensa che ci vorrebbe un’assistenza tecnica, non politicizzata, per aiutare questi giovani?
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n"Vedremo appunto come fare gli appalti tecnici dell’Assessorato. Devono essere i tecnici della Regione a svolgere questo importante ruolo, devono venire qui a spiegare e guidare i giovani propensi verso questo settore. In questo senso stiamo riformando tutta la struttura amministrativa e il mio slogan è appunto "Burocrazia a KM Zero", in modo che siano proprio i burocrati e i tecnici a venire sul territorio e non il contrario. Io sono disponibile, per quanto riguarda Pantelleria, a studiare assieme al sindaco un piano per garantire sull’isola la presenza attiva dei tecnici dell’assessorato”.
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nSarebbe un impegno gravoso…
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n“Io sono prontissimo ad accettare tutte le idee costruttive che vengono da Pantelleria, la mia sfida è quella di trasformare i "prenditori di contributi" in "imprenditori dell’agricoltura". Per quanto riguarda la pesca, nei giorni scorsi ho parlato con il comandante delle Capitaneria di Porto per capire qual è la situazione della realtà pantesca. Mi è stato riferito che qui non esistono nè pescatori nè la piccola pesca artigianale. Ci sono 300 milioni di euro disponibili da spendere per mettere insieme turismo e pesca, quindi un pescatore può decidere di inglobare la sua attività con quella turistica, ma qui a Pantelleria non esiste una categoria del genere, non c’è nessun pescatore ufficiale (forse uno). Quindi materialmente questi finanziamenti non possono arrivare sull’isola. Ritornando all’agricoltura, pensiamo a cosa potrebbe significare il riconoscimento dell’Unesco per la coltivazione ad alberello della vite pantesca in mano ad una classe imprenditoriale convinta che con questa tecnica non sta più coltivando solo una pianta ma anche un bene dell’umanità. Trasformato in linguaggio economico potrebbe significare aprire le porte del mondo. Ci vuole dunque qualcuno che crede in questo e si metta veramente in gioco."
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nE’ anche vero che oggi c’è più difficoltà a commercializzare l’uva. Una volta sulla terraferma non c’era tutta la concorrenza che c’è oggi…
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n"Il problema principale di Pantelleria non è questo. I vini di Pantelleria non hanno difficoltà ad essere piazzati nei mercati visto che sono prodotti di qualità."
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nMa si potrebbe anche pensare alla coltivazione di altre tipologie di ortaggi, anche per un consumo locale…
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n"Si, certo. Si potrebbe anche tornare alla coltivazione di pomodori e lenticchie, ad esempio, ma non solo per un consumo locale ma guardando anche alla possibilità di esportazione del prodotto. Oggi la domanda interna ancora non cresce e per i prossimi anni non ci si può fare affidamento. Oggi riescono a sopravvivere solo le aziende agricole che guardano all’estero, sta crescendo molto la domanda estera mentre per quella interna ci vorrà ancora qualche anno. Le imprese che riescono a vendere all’estero sono in pieno sviluppo, soprattutto quelle che sanno utilizzare degli strumenti all’avanguardia, come ad esempio l’e-commerce che a Pantelleria potrebbe trasformare l’isolamento in ricchezza, visto che, in questo modo si potrebbe riuscire a vendere un prodotto unico nel mondo. Quindi i panteschi dovrebbero puntare più sulla qualità del prodotto che sulla quantità. Al Vinitaly ad esempio, ho notato che il prodotto più apprezzato da tutti è stato indubbiamente il Passito, con file lunghissime di fronte le postazioni dei produttori panteschi. Bisogna, quindi, puntare tutto su qualità e marketing."
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nSalvatore Gabriele
nHa collaborato Viviana Alessi
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nDomani pubblicheremo l’ultima parte della interessante intervista rilasciataci dall’Assessore Nino Caleca.
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n"Vedremo appunto come fare gli appalti tecnici dell’Assessorato. Devono essere i tecnici della Regione a svolgere questo importante ruolo, devono venire qui a spiegare e guidare i giovani propensi verso questo settore. In questo senso stiamo riformando tutta la struttura amministrativa e il mio slogan è appunto "Burocrazia a KM Zero", in modo che siano proprio i burocrati e i tecnici a venire sul territorio e non il contrario. Io sono disponibile, per quanto riguarda Pantelleria, a studiare assieme al sindaco un piano per garantire sull’isola la presenza attiva dei tecnici dell’assessorato”.
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nSarebbe un impegno gravoso…
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n“Io sono prontissimo ad accettare tutte le idee costruttive che vengono da Pantelleria, la mia sfida è quella di trasformare i "prenditori di contributi" in "imprenditori dell’agricoltura". Per quanto riguarda la pesca, nei giorni scorsi ho parlato con il comandante delle Capitaneria di Porto per capire qual è la situazione della realtà pantesca. Mi è stato riferito che qui non esistono nè pescatori nè la piccola pesca artigianale. Ci sono 300 milioni di euro disponibili da spendere per mettere insieme turismo e pesca, quindi un pescatore può decidere di inglobare la sua attività con quella turistica, ma qui a Pantelleria non esiste una categoria del genere, non c’è nessun pescatore ufficiale (forse uno). Quindi materialmente questi finanziamenti non possono arrivare sull’isola. Ritornando all’agricoltura, pensiamo a cosa potrebbe significare il riconoscimento dell’Unesco per la coltivazione ad alberello della vite pantesca in mano ad una classe imprenditoriale convinta che con questa tecnica non sta più coltivando solo una pianta ma anche un bene dell’umanità. Trasformato in linguaggio economico potrebbe significare aprire le porte del mondo. Ci vuole dunque qualcuno che crede in questo e si metta veramente in gioco."
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nE’ anche vero che oggi c’è più difficoltà a commercializzare l’uva. Una volta sulla terraferma non c’era tutta la concorrenza che c’è oggi…
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n"Il problema principale di Pantelleria non è questo. I vini di Pantelleria non hanno difficoltà ad essere piazzati nei mercati visto che sono prodotti di qualità."
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nMa si potrebbe anche pensare alla coltivazione di altre tipologie di ortaggi, anche per un consumo locale…
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n"Si, certo. Si potrebbe anche tornare alla coltivazione di pomodori e lenticchie, ad esempio, ma non solo per un consumo locale ma guardando anche alla possibilità di esportazione del prodotto. Oggi la domanda interna ancora non cresce e per i prossimi anni non ci si può fare affidamento. Oggi riescono a sopravvivere solo le aziende agricole che guardano all’estero, sta crescendo molto la domanda estera mentre per quella interna ci vorrà ancora qualche anno. Le imprese che riescono a vendere all’estero sono in pieno sviluppo, soprattutto quelle che sanno utilizzare degli strumenti all’avanguardia, come ad esempio l’e-commerce che a Pantelleria potrebbe trasformare l’isolamento in ricchezza, visto che, in questo modo si potrebbe riuscire a vendere un prodotto unico nel mondo. Quindi i panteschi dovrebbero puntare più sulla qualità del prodotto che sulla quantità. Al Vinitaly ad esempio, ho notato che il prodotto più apprezzato da tutti è stato indubbiamente il Passito, con file lunghissime di fronte le postazioni dei produttori panteschi. Bisogna, quindi, puntare tutto su qualità e marketing."
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nSalvatore Gabriele
nHa collaborato Viviana Alessi
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nDomani pubblicheremo l’ultima parte della interessante intervista rilasciataci dall’Assessore Nino Caleca.
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