RIZZO: ”UN LOGO COERENTE CON LA NATURA SELVAGGIA E DAI FORTI CONTRASTI CHE CARATTERIZZA L’ISOLA”

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Mauro Antonio Rizzo, nato a Pantelleria, è risultato vincitore del Concorso “Island Brand”, promosso dal Comune e finalizzato alla realizzazione del marchio/logotipo per la promozione dell’Isola di Pantelleria.
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nLo abbiamo intervistato per scoprire com’è nata la sua idea
e per conoscere un pò meglio la persona che ha ideato il marchio promozionale “BRAND DELL’ISOLA DI PANTELLERIA” che sarà l’elemento identitario utilizzato per presentare il territorio pantesco e le diverse iniziative, sia a scopo promozionale che commerciale.
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nL’immagine da lui prodotta verrà presentata durante la cerimonia di premiazione che avverrà nei prossimi giorni.
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Mauro, com’è nata questa idea?
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n"E’ stato semplice, e devo ringraziare voi. Ho visto la notizia del bando e della gara su un vostro articolo e allora sono andato sul sito del Comune per vedere come partecipare. Oggi siete l’organo ufficiale su Pantelleria per tutti, sia per chi risiede fisso sull’isola, sia per chi invece viene quando può. Una comunità deve avere la sua agorà, voi lo siete per Pantelleria.
Per quanto riguarda l’idea del logo, ho pensato che in quei pochi cm quadri dovessero emergere pochi e forti elementi chiave di Pantelleria: la sua storia, il Mediterraneo, contrasti e colori forti, vento e ossidiana".
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nCi daresti qualche anticipazione sul logo?
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n"Posso anticipare il pensiero che mi ha guidato. Un logo che avesse coerenza rispetto alla mia visione dello sviluppo turistico di Pantelleria: isola dalla natura selvaggia e dai forti contrasti, un paradiso scomodo e difficile da raccontare se non lo vivi. Non è l’isola per chi cerca musica&parties, questo è il turismo di Ibiza, di Myconos, anche se un minimo di servizi base per divertirsi dovranno svilupparsi. Non è l’isola del pacchetto all-inclusive, dei flussi con grandi numeri. E non è la località top, esclusiva, per pochi, con resort di alto livello e costosi
. Ma aspettiamo che sia il Comune a fare il primo passo nel rendere pubblico il logo…spero, prima di tutto, che piaccia ai Panteschi…è la cosa più importante!"
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Quale tipo di turista potrebbe amare Pantelleria?
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n"Per me Pantelleria è il posto amato da un turista che ricerca le cose autentiche, il pensiero eco-sostenibile, rispettoso della natura, apprezza l’isolamento e l’energia che gli elementi della natura riescono a dargli, una persona che degusta lentamente e con piacere".

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nDunque, alla luce di queste tue considerazioni, su cosa dovrebbe puntare la nostra Isola?

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n"Si deve puntare sui punti di forza dell’isola: relax, tempi lenti africani, isolamento e tranquillità, rifugio, mare montagna e lago, gastronomia, cultura e archeologia, natura selvaggia, escursioni e trekking. Sono così tante le risorse della nostra isola, e qualcosa si sta muovendo, Passitaly, L’Unesco, Expo 2015…lo so che è difficile pensarla positiva, ma per me ci sono tutti gli elementi per una ripartenza. Servono infrastrutture (un aereo andata/ritorno da max 200€ anche ad agosto), serve fare “rete”, Istituzioni e privati, serve guardare altri piccoli territori turistici che, coniugando tradizioni e valori del territorio con le nuove tecnologie, sono riusciti a ripartire, diventare più “comunità”".
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Sappiamo che gestisci un’agenzia specializzata in comunicazione e servizi editoriali. Di cosa ti occupi nello specifico?
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n"Si, è una start up che si chiama Cappero Communication!!! Il nostro sito è www.capperocom.com. Siamo nati un anno fa, dopo tanti anni in azienda mi sono messo in proprio con mia moglie Olga e un gruppo di amici, ci occupiamo di riviste, comunicazione e ufficio stampa per i nostri clienti".
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nCome mai hai deciso di utilizzare il nome della pianta di cappero tipica pantesca?
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n"Il nome dello studio è nato mentre guidavo. C’è il legame con il posto dove sono nato e di cui mia moglie si è innamorata. C’è il nostro posizionamento: siamo pochi professionisti, giusti e gustosi, come solo alcuni capperi danno un sapore unico, servono poche idee e giuste per un buon progetto di comunicazione. Anche se sono tempi difficili ce la faremo, come una pianta di cappero che cresce anche sui sassi e con poca acqua. Infine il fiore del cappero, così bello e raffinato".
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nHai maturato diverse esperienze presso prestigiose aziende italiane e multinazionali. Come è nata questa passione e quale dei tuoi progetti ti ha dato più soddisfazione?
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n"L’imprinting è stato a casa. Papà, Giovanni Rizzo, dopo aver lavorato come ingegnere, fece il primo piano regolatore dell’isola completamente distrutta dai bombardamenti americani e, negli anni ’50, si mise a vendere vino per corrispondenza. Poi ci trasferimmo a Latina, un pò per i problemi del porto che non permetteva di essere puntuali nelle consegne sotto Natale, un pò per far crescere me e mia sorella Antonella in continente. La vendita per corrispondenza, l’e-commerce di allora, e la campagna furono così i primi lavori, fin da bambino. Poi papà ci lasciò presto e, finita l’Università, iniziai la mia strada in diverse belle aziende italiane e straniere. Tra i tanti progetti, l’ultimo è forse il più bello: il lavoro fatto per il sigaro Toscano, perché è un prodotto storico italiano, icona del nostro fatto a mano e così legato ai territori di coltivazione, alla filiera".
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nCosa significa aver vinto un premio per la tua isola?
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n"Beh, ci può essere miglior inizio per un pantesco che si mette in proprio, non curandosi di tutte le difficoltà del momento? E’ un premio che mi dà una bella iniezione di fiducia, ma c’è anche un altro punto di vista: spero possa essere il mio piccolo contributo per la ripartenza di Pantelleria! Infine un pensiero ai miei genitori, Giovanni e Lucia, le energie sono arrivate da loro…e dal posto dove mi hanno fatto nascere".
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Viviana Alessi
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