TANTO AFFETTO E NOSTALGIA NEI FESTEGGIAMENTI PER LA FESTA DI SAN GIUSEPPE

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L’affetto e la nostalgia che si sono manifestati nel sentito riproporsi della Festa di San Giuseppe in tutta le contrade dell’Isola, centro compreso, ci hanno restituito il desiderio di ricercare e mantenere vive le sorgenti delle nostre tradizioni religiose, alimentate da profondi significati di arricchimento umano.
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nCon la sua paziente ‘remissività’ al disegno divino, con l’amore e la dedizione nei confronti di Maria, sua sposa, e con la generosa accoglienza paterna di Gesù, il ‘Figlio di Davide’ ci relaziona, oggi, al grande valore della Famiglia ed al rispetto d’ogni persona in essa presente.
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nDa tutto questo è facile comprendere la cura rituale con la quale, soprattutto in passato, ogni famiglia si esprimeva al cospetto di San Giuseppe, dedicandogLi, chi più chi meno, un Altare all’interno della propria casa.
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nCosì ci vuol spiegare la ‘za’ Annettina, nella contrada di Tracino, al confine con la località di Mueggen:

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n“Per noi che festeggiavamo il Santo come fosse davvero una figura tutti i giorni presente nelle nostre famiglie, era davvero importante ‘creare’ un dono per Lui. Quand’ero più giovane, facevo un altarino con due, tre scalini, e riponevo dei fiori in un vaso davanti alla sua immagine. A quei tempi, facevano anche altari molto grandi, con quattro, cinque gradini: occupavano tutta la stanza! Gli altari più belli li ho visti a Kania; mi ricordo quello della famiglia di Salvatore Ferrandes, preparato dalla madre: meraviglioso! E ancora quello della signora Dorotea che ricamava i cerchi con fiorellini e foglioline: quanta pazienza! Infine si raccoglievano le foglie della vigna per creare un mazzolino da collocare nella mano chiusa del Santo, ed era tutto pronto! Il 19 marzo eravamo tutto il giorno fuori casa, in visita agli Altari del vicinato, ma anche delle famiglie che abitavano più lontano. Si faceva pure la processione. Era Festa, come le Palme, come la Pasqua…..come una ‘festa che veniva’:ora è rimasta la Festa del Papà. Era ‘ un jornu scrittu rrussu’. Scuola non c’era. Ora è un giorno come tutti gli altri, ad eccezione di chi ci tiene.”

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n“Eppure, qualche Altare ancora c’è….”, riflette speranzosa la ‘zia Annettina’.

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nE noi la vogliamo veder sorridere: “Zia Annettina, ci sa tanto che torneranno a ‘scrivere rosso’, sul calendario!”

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n“Magari fussi veru, figghi!!!! San Gniuseppe si merita ‘chistu e autru’!!!!!"

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nFranca Zona
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