TUFANO, ARTISTA AFFASCINATO DALLA NATURA DELL’ISOLA

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Era il 1989 quando TUFANO – scultore, pittore, poeta, artista poliedrico – ha appiccato il fuoco alle sue opere precedenti, e così tutto il suo lavoro è trapassato in una notte, si è dissolto diventando prima fuoco, poi fumo e infine cenere risalendo al cielo e ricongiungendosi così con l’infinito.
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nUn gesto tanto estremo quanto densamente significativo: così l’artista portava all’estremo la caducità dell’opera d’arte e allo stesso tempo la rendeva eterna facendone volatizzare l’essenza stessa. Da allora il fuoco divenne la sua firma sulla terra e le ceneri il suo monito eterno.

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nStabilitosi nella città di Milano, inaugura il suo studio-galleria d’arte “Studioventicinque”, dove allestisce numerose mostre di celebri artisti iniziando così l’attività di creatore di azioni creative, di artista che crea la propria opera lasciando agli altri, attraverso l’attività dello Studio, la possibilità di creare la propria.
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nIl progetto espositivo di Tufano poggia saldamente su contenuti di carattere sociale e indaga il senso di responsabilità dell’agire artistico. Da anni impegnato in una ricerca che scardina i criteri tradizionali dell’opera, TUFANO trasforma l’arte in una serie di azioni o di oggetti (scultorei e pittorici) che mettono in discussione il significato e il valore che l’arte può assumere nei confronti del vivere in una società globale come quella odierna, nella quale noi uomini siamo immersi e continuiamo a navigare lasciandoci condurre da pensieri omologanti e falsi ideali ingombranti.
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nApproda poi a Pantelleria.
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nQui, avvolto tra la natura ed incantato dal fascino esercitato dall’isola, comincia a scolpire la roccia tipica del luogo che egli chiamerà “pantellerite” (da lui giudicata la materia perfetta per lo scultore contemporaneo), ingaggiando una vera e propria lotta continua con la natura nel tentare ostinatamente di dare forma alla pietra complessa da lavorare, imprevedibile e magnetica , che continua a resistere ai colpi del suo scalpello. Ma questa difficoltà perenne oppostagli non basta a demotivarlo dal perseguire il suo intento: quello di lasciare sulla terra una seppur minima traccia del suo passaggio che resterà incisa per sempre nella roccia.
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nCosì lo scultore, nel suo laboratorio aperto, realizza opere in pietra pantesca che ricordano le forme preistoriche dei Dolmen e dei Menhir, queste, inserendosi nello spazio insieme agli elementi naturali si plasmano in un dialogo fluente ed armonico che non si esaurisce all’atto finale della creazione, ma che continua nel tempo a modellarle così come sono esposte alla conformazione e alle intemperie del “Isola del Vento”. Pantelleria offre, infatti, un clima non particolarmente adatto alla costruzione e un territorio non affatto ottimale ai grandi trasporti.
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nTUFANO non ha lottato contro vento e strade sterrate, ma al contrario ha saputo adattarvisi; ed è proprio da questo adattamento che sono venute fuori le sue sculture rocciose, dei veri e propri monumenti all’isola da lui tanto esplorata e amata.
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nLe sue opere infatti si stagliano all’orizzonte assolato e ventoso e sembrano essere là da sempre, fanno un tutt’uno con lo sfondo e da ciò deriva il proprio valore.
Ogni scultura ha una sua storia fatta di impegno, fatica e duro lavoro, ma densa di ispirazione e tanta volontà di fare… dietro ogni pezzo di roccia scolpita c’è un vissuto e un percorso che vanno ad essere essi stessi pezzi indispensabili del “puzzle” finale. Opera, artista e ambiente vanno quindi a tessere quell’intreccio che darà vita alla trama finale del prodotto artistico.
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nNel 2007 l’artista apre lo studio-laboratorio e galleria d’arte “Pantelleria a san Island of Art”
, con l’intento di realizzare un lavoro di residenza artistica: ospitando a Pantelleria un artista per volta, giovane, famoso o non e invitandolo ad esprimere la sua creatività vivendo l’isola, andando in giro per i paesi, per le frazioni, incontrando la gente, si renderà conto del luogo dove si trova e quindi lo racconterà a modo suo, attraverso i suoi strumenti – che potrebbero essere il cinema, il teatro, il video, le arti figurative e la scultura stessa. Artisti che vogliono confrontarsi con una pietra raccolta dallo stesso suolo la “Pantellerite”- su di un’isola che non lascia certo manipolarsi facilmente e che con il suo “sussurro” fa sentire tutta la sua forza e carattere – diventare parte di queste energie che modellano l’isola fatta di luoghi dove la natura con la sua roccia, l’ha protetta dagli attacchi della modernità ed ha fatto sì che si potesse vivere ancora un respiro armonico tra uomo e natura.
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nCerto, essendo Pantelleria un’isola crocevia del Mediterraneo, un luogo dove da sempre diverse culture si sono incontrate, è fondamentale poter raccontare qui le proprie esperienze.
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nDa questi presupposti germoglia il progetto di TUFANO che inizia ad esortare giovani artisti a venire a Pantelleria, viverla, lavorarci per creare dei lavori, per produrre qualcosa per l’isola, e così anche se stessi, per lasciarvi una traccia che il tempo faticherà a cancellare.
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Migliaia di immagini e informazioni occupano intere giornate della nostra vita ed è sempre più difficile trovare quel silenzio, quella pausa interiore di cui l’artista ha bisogno per ripartire dall’origine delle cose; quale posto migliore di una isola come Pantelleria, in un certo senso un po’ fuori dal mondo, posta a metà strada tra due mondi fisici e culturali totalmente diversi?
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Da qui nasce l’idea di TUFANO che invita altri artisti a “sfidarsi con la Pantellerite”, ma che allo stesso tempo ha maturato l’idea di “espatriare” la pietra pantesca portandola in altri contesti spaziali e culturali e modellandola così come questi ultimi gli suggeriscono di fare.
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nJosefina
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