”E’ NECESSARIO CHE QUALCUNO SI OCCUPI DELLE FASCE PIU’ DEBOLI DELLA SOCIETA PANTESCA”

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Arturo Caravello non ha mai nascosto le sue simpatie per la sinistra ed in particolare si è sempre professato un comunista. Ora lo troviamo nel raggruppamento del PDL proposto come assessore dal candidato sindaco Santoro Genova. Sorge spontaneo chiedere ad Arturo perché ha fatto questa scelta.

                                                                                                                                                                                               

“In primo luogo perché Santoro, il candidato sindaco,- risponde Arturo Caravello –  ha già in passato nei suoi trascorsi politici collaborato con uomini di sinistra con ottimi risultati. In secondo luogo per la contingenza del momento attuale che a una grande crisi che investe tutta la nazione somma una crisi tutta nostra che sta soffocando la nostra piccola comunità privandola di ogni risorsa.
E’ necessario che qualcuno che per sua propria formazione sia sensibile più di altri al sociale si occupi e rappresenti le fasce più deboli della collettività. Amministrare un piccolo Comune di una piccola isola persa in mezzo al mare non è un affare di simboli e schieramenti ma piuttosto di buona volontà e sani principi. Dobbiamo prendere coscienza che noi più che assomigliare a un pezzo di territorio italiano somigliamo sempre di più a un barcone di clandestini alla deriva. Loro hanno il vantaggio che muovendosi potrebbero avere la fortuna di approdare a una terra che possa dare loro qualche opportunità, noi, immobili, neppure questo. Non è il momento quindi di arroccarsi su posizioni frutto di stereotipi ed astrazioni. Tiriamo su le maniche e mettiamoci in movimento”.

Quali sono i problemi che intenti affrontare se sarai eletto?

“La rete idrica di Pantelleria perde il 50% dell’acqua nel sottosuolo, non è una perdita tollerabile, inoltre è dimostrato che perdite così esagerate non possono verificarsi nella rete di distribuzione, (interi quartieri rimarrebbero a secco).
Perdite così imponenti possono verificarsi solo nella rete primaria dove attraverso grosse tubazioni l’acqua viene sollevata alle vasche da cui poi per caduta viene immessa in rete. La ricerca di queste cadute di pressione non è affatto complicata, abbassare ad un livello “fisiologico” le perdite significa non solo dare maggiore disponibilità d’acqua all’isola da sempre assetata ma poter ridurre in maniera significativa la bolletta ai cittadini che per adesso pagano anche l’acqua che viene dispersa nella rete! L’importante è che sia chiaro che questi interventi siano rivolti direttamente nell’interesse della gente e che i risparmi ottenuti abbiano essi come diretti beneficiari senza che il danaro recuperato venga “canalizzato” diversamente.
Non dimentichiamo che se come italiani siamo tra i più tartassati al mondo come Panteschi lo siamo ancora di più, molto di più. I redditi sono ridotti al lumicino e i posti di lavoro sono ormai introvabili allora occorre ridurre al minimo gli sprechi per gravare il meno possibile sulle spalle della gente”.

“Un altro settore dove è possibile oltre che doveroso intervenire – continua Arturo Caravello – è quello dei rifiuti, dobbiamo metterci bene in testa che il pesante costo dei rifiuti può essere abbattuto, la raccolta differenziata trasforma l’immondizia in risorsa, dobbiamo solo copiare i comuni italiani che ci sono riusciti magari adattando alla nostra insularità i loro sistemi. I cittadini virtuosi vanno incentivati e premiati con significativi sconti. Creiamo dei punti di raccolta nei grossi centri abitati dove conferire i rifiuti selezionati dotando i cittadini di una carta magnetica dove caricare gli sconti. Se un ragazzo porta un sacco pieno di bottiglie di vetro al punto di raccolta paghiamolo! Dotiamo coloro che vivono in campagna di una compostiera dove gettare i rifiuti “umidi” che diverranno prezioso concime per l’orto! Per adesso ci avviciniamo a due milioni di euro per la gestione dei rifiuti, è un costo pazzesco per le nostre misere tasche ma la soluzione c’è ed questa che vi sto indicando. Sempre a proposito dei rifiuti l’isola va pulita una volta per tutte, non è ammissibile che ogni volta che ci si addentri in uno di quei meravigliosi sentieri che percorrono l’isola in lungo e in largo ci si imbatta in cumuli di rifiuti scaricati furtivamente da camion e furgoni. Mi rifiuto di credere che non possa esservi una soluzione  che possa disincentivare questi comportamenti incivili. Probabilmente se fosse più facile conferire i rifiuti speciali in un apposito sito la maggior parte di questi individui lo farebbe e si potrebbero punire i trasgressori a cuor leggero avendo dato loro la possibilità di scaricare legalmente i rifiuti. Dobbiamo capire che un’isola pulita non è solo prova  di civiltà ma contribuisce anch’essa a favorire il turismo che è ormai pressoché l’ultima risorsa rimasta.I nostri vicini Lampedusani non mi pare siano molto più puliti di noi ma guardate le loro spiaggette da cui dipende il loro turismo! Sembra che ogni inizio di stagione con un minuscolo spazzolino puliscano la sabbia granello per granello, hanno ben capito che è da quelle mitiche spiaggette che viene il loro benessere.Se i turisti vanno a Lampedusa per le sue spiagge quasi tropicali altri vengono qui per le selvagge scogliere laviche alla cui base il mare accumula detriti d’ogni genere.Non credete che dovremmo anche noi ripulirle? 

Quale è il tuo pensiero sulla situazione dei trasporti?

 

Occorre rendere pubblico il contratto tra la Regione e la compagnia di navigazione . Bisogna analizzarlo con cura. Vedrete allora come risulterà evidente la malafede posta nella sua stesura che rende vantaggioso al traghetto il non effettuare le corse ricavandone un maggior guadagno. Il bando di gara ideale è semplicissimo: fatta salva l’idoneità delle società partecipanti le corse effettuate vengano pagate singolarmente e le corse non effettuate in condizioni di bel tempo siano soggette a penali e la mancanza di traghetti con cui sostituire la nave in manutenzione o avaria sia motivo di recessione dal contratto. Dibattere pubblicamente il problema coinvolgendo l’intera popolazione renderà più facile individuare colpe e responsabilità. Il problema dei collegamenti risiede interamente nel vizio iniziale. Il porto inadeguato, le navi obsolete, sono solo aggravanti e al tempo stesso dei paraventi che nascondono dietro un gioco di specchi la misera realtà di gente che lucra il più possibile dando il minimo servizio possibile.

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