PER L’ITALIA SOLO QUESTIONE DI PALLINE?

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Mi è capitata sott’occhio la pagina web di "MedPan" (Network of Managers of Marine Protected Areas in the Mediterranean), in altre parole l’associazione che riunisce tutti i responsabili di aree marine protette del Mediterraneo, appartenenti a ben 21 paesi che si bagnano nelle sue acque: Albania, Algeria, Bosnia Herzegovina, Croatia, Cyprus, Egypt, France, Greece, Israel, Italy, Lebanon, Libya, Malta, Monaco, Montenegro, Morocco, Slovenia, Spain, Syria, Tunisia and Turkey. Paesi ai quali dovrebbero anche aggiungersi Gibilterra e Palestina.

Leggere su di essa che dal 25 al 28 Novembre ad Antalya in Turchia è in programma il "Forum 2012 of Marine Protected Areas in The Mediterranean" e raggiungere la pagina web dedicata proprio al "Forum" e le relative informazioni ha richiesto solo il tempo di un click. E qui a seguire ben volentieri ne riporto le informazioni principali, con qualche considerazione aggiuntiva che mi è venuta da fare dopo aver letto un documento in pdf "correlato" al Forum, che ritengo davvero di estremo interesse.
Ma andiamo per ordine. Qui a seguire anzitutto le notizie più importanti riprese dalla homepage del prossimo Forum sulle AMP in Turchia.
The 2012 Forum of Marine Protected Areas in The Mediterranean 25/28 Novembre Antalya, Turchia
http://www.medmpaforum2012.org/en/node/26 
– Il Benvenuto
Il Mar Mediterraneo, uno dei punti caldi di biodiversità a livello globale, è soggetto a forte pressione antropica che minaccia la biodiversità. Le soluzioni esistono: la creazione e la gestione efficace delle Aree Marine Protette è uno strumento riconosciuto per fornire protezione a lungo termine e sviluppare un’economia più verde, a beneficio delle comunità locali. In questo quadro, i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, si sono impegnati a sviluppare, entro il 2020 un complesso, gestito in maniera efficace, di sistemi nazionali e regionali ecologicamente rappresentativi di Aree Marine Protette (AMP). Gli attori coinvolti nella realizzazione di aree marine protette e dell’ambiente marino in generale, devono fornire i mezzi per raggiungere questo obiettivo. L’ambizione del forum è quello di contribuire a questo obiettivo.
– Il Contesto
Il 2012 Forum di zone marine protette nel Mediterraneo fa seguito ad una prima conferenza regionale (2007, Porquerolles – Francia), che è stato organizzato dalla rete MedPAN in collaborazione con RAC / SPA e IUCN-Med, e con il sostegno di altri partner regionali.Il Forum si concentrerà su come impostare il programma di lavori per raggiungere gli obiettivi del 2020 della Convenzione sulla diversità biologica (CBD), per ottenere un complesso, gestito in maniera efficace, di sistemi nazionali e regionali ecologicamente rappresentativi di Aree Marine Protette (AMP).
– Gli Obiettivi
Sviluppare una visione comune e creare una nuova tabella di marcia strategica fino al 2020 per raggiungere l’obiettivo della Convenzione di Barcellona , che è quello di una rete globale, ecologicamente rappresentativa ed efficacemente gestita di Aree Marine Protette (AMP) nel Mediterraneo.
– Una tabella di marcia per il 2020
Il Programma regionale di lavoro per aree marine protette adottate nel 2009 alla Convenzione di Barcellona COP (Marrakech, Marocco) termina nel 2012. Pertanto, diventa fondamentale per il Forum fornire nuove raccomandazioni per rinnovare il programma di lavoro regionale con la partecipazione delle comunità regionali delle AMP.
– Documenti correlati"Stato delle Aree Marine Protette del Mediterraneo (2008)"
http://www.medmpaforum2012.org/sites/default/files/mpa_en_lr.pdf  
– Termine per l’iscrizione: 1 novembre 2012.
Qui infine le mie considerazioni aggiuntive. Il termine per l’iscrizione al Forum è il prossimo 1 Novembre. Chi rappresenterà l’Italia in Turchia? Qualche delegato dell’ISPRA, presso cui ha da tempo "in incognito" la sua sede l’INFO-RAC, vale a dire il "Centro Regionale di Attività per l’Informazione" affidato a suo tempo (qualche decennio fa) dall’UNEP-MAP all’Italia e che continua ad informare "in silenzio" gli altri partner internazionali ? O qualche esperto del Ministero dell’Ambiente settore mare, da cui, bene o male (ma più male che bene, lasciatemelo dire…), dipendono le AMP riconosciute internazionalmente tali nel nostro Paese? Come dipendono pure di fatto quelle non "riconosciute", come Lampedusa e Pantelleria, tanto per citarne due e non senza motivo…
Dico Lampedusa, in quanto sul documento "correlato" al prossimo forum già su citato "Stato delle Aree Marine Protette del Mediterraneo" , uno studio pubblicato nel 2008 da IUCN. WWF e MedPan, in una cartina pubblicata a pag.38 del documento e anche ripetuta più avanti, l’AMP di Lampedusa, l’isola più meridionale d’Italia, viene bellamente ignorata… E dico Pantelleria, in quanto isola che da oltre venti anni è e resta "area di reperimento" senza che sia stata mai istituita la sua ‘AMP, la quale, invece, risulta di fatto segnalata su tale mappa, come l’immagine qui a seguire chiaramente mostra, invitando scherzosamente a trovare l’errore in questione.
Che tale "doppio" errore sia unicamente dovuto al solito scambio di posizionamento tra queste due isole italiane del Canale di Sicilia già in altre occasioni verificatosi ? E’ possibile… Confondere Pantelleria con Lampedusa, pur distanti tra loro oltre un centinaio di miglia (che non è poco), può essere un errore banale per dei quotidiani, anche se importanti come il Corriere della Sera, che lo commise a più riprese durante i recenti moti insurrezionali della primavera libica. Ma che lo si perpetui in una pubblicazione scientifica di valore sulle AMP mediterraneee, considerata documento "correlato" al prossimo Forum Internazionale iin Turchia sull’argomento, non mi sembra cosa da poco.
Specialmente se si considera che, tra i numerosissimi esperti citati a pag.3 del documento "correlato", che hanno reso possibile la realizzazione dello stesso, di italiani ce ne sono non pochi. Tutti responsabili di AMP riconosciute del nostro Paese, che qui mi piace ricordare: Giacomo Montauti(Archipelago Toscano), Simone Atzeri (Capo Carbonara), Alessandro Montemaggiori (Isole di Ventotene e Santo Stefano), Paolo D’Ambrosio (Porto Cesareo), Simonetta Fraschetti (Torre Guaceto), Gianfranco Mazza (Plemmirio), Piero Cappa (Capo Rizzuto), Emanuele Mollica (Isole Ciclopi), Augusto Navone (Isole Tavolara – Punta Coda Cavallo), Antonino Miccio (Punta Campanella), Giuseppe Sorrentino (Isole Pelagie), Simone Bava (Portofino), Gianfranco Russino (Capo Caccia – Isola Piana), Michele Guidato (Isole Tremiti), Vincenzo Satta (Arcipelago la Maddalena), Giorgio Massaro (Penisola del Sinis), Alessandro Polinori (Secche di Tor Paterno). E sono altresì citati Paolo Casale per il AWF-Italy e Giuseppe Notarbartolo di Sciara, Regional Coordinator, IUCN WCPA–Marine Mediterranean & Black Sea Region.
Faccio loro i migliori auguri in vista di una possibile partecipazione al prossimo Forum di Antalya, appellandomi a ciascuno di essi affinchè, tempo permettendo, venga apposta la pallina verde sull’Isola di Lampedusa che con la sua AMP la merita di diritto, e che si faccia invece il possibile, per Pantelleria, non tanto di eliminare dalla cartina la pallina verde che erroneamente la ricopre, ma, al contrario, di tentare di giustificarne la presenza contribuendo finalmente anche alla istituzione della sua AMP… Dopo oltre venti anni di attesa Pantelleria non è e non può essere più considerata un’ "area di reperimento", nel vero senso del termine.. Tutti sanno ormai dov’è, e in quale posizione strategica sia, crocevia mediterraneo di rilevante interesse internazionale sotto tanti punti di vista. Purtroppo con tanti suoi problemi da risolvere, è vero. Ma che almeno la sua identità risulti ben definita, una volta per tutte…

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