PANTELLERIA NON STA FACENDO I COMPITI A CASA

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Caro Direttore,
il Suo ottimo giornale ospita sistematicamente le lamentele sulla crisi dell’isola e della sua economia, a partire da quella turistica, che rischia di diventare crisi di coesione sociale: l’accento viene prevalentemente posto sul problema dei collegamenti e sulla debolezza del sistema dei servizi. E’ oggi di moda dire che le crisi, che hanno spesso cause lontane, si risolvono cominciando a fare i “compiti a casa”. Ebbene questi compiti Pantelleria non li sta in alcun modo facendo e i responsabili primi di questa situazione, i ceti dirigenti politici, economici e culturali dell’isola, ma anche la popolazione tutta, non sembra che se ne rendano conto. Parliamo di turismo. L’attrattività turistica è data dalla qualità dei luoghi, da come vengono conservati e gestiti e dai servizi offerti. Quale attrattività può presentare un’isola il cui centro principale, unico in tutta Europa, porta ancora tutti i segni delle distruzioni belliche e delle squallide ricostruzioni post belliche dettate dalla povertà e dalla necessità? Il cui lungomare, costruito con materiali incoerenti e degradati, è un grande parcheggio dove si ammassano tavoli dei bar, cassonetti della spazzatura e chioschi estemporanei. Le cui straordinarie aree agricole vengono sempre più butterate da finti dammusi fatti in serie, vuoti per la maggior parte dell’anno e dove Il disordine ambientale che regna sovrano e che non è più giustificato dalle necessità del lavoro, è solo indice di sciatteria. In cui le parti più accessibili della costa sono spesso segnate da immondizia portata dal mare o dagli uomini e senza nessuna attrezzatura balneare. In cui le strade sono irte di palificazioni di varia natura e dimensioni che deturpano il paesaggio e mostrano l’incapacità dell’isola di utilizzare le risorse – sole, vento, geotermia, forza del mare – di cui è eccezionalmente dotata?
Da anni esiste un piano del centro storico che consentirebbe di cominciare a dare un ordine almeno delle parti centrali del paese, e favorirebbe attività economiche sempre più in crisi, ed esiste un progetto, finanziato, del lungomare la cui realizzazione potrebbe dare qualità all’area urbana di maggiore visibilità e intensità d’uso. Sono ambedue bloccati: per insipienza, per il prevalere di interessi particolari, o per che altro?
In conclusione: bisognerebbe smettere di lamentarsi e cominciare a fare e a pretendere che chi ne ha la responsabilità faccia le cose che vanno fatte. Non c’è davvero altra salvezza per l’isola.
Roberto D’Agostino

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