Ignazio Grimaldi, per vent’anni ha fatto l’editore a Trapani pubblicando tra l’altro il primo quotidiano della provincia, Trapani OK. Ha poi creato il settimanale “Quarto potere” che ha avuto un grande successo perché ha fatto tante inchieste importanti. “Ho iniziato – racconta – con il settimanale di annunci “L’Affarone” che ho ceduto due anni fa. Adesso voglio fermarmi un attimo con l’editoria, e pensare anche ad altro. Fra qualche anno faremo sicuramente la tv on-line”.
Hai ceduto anche “Quarto Potere”, perché?
Sì, adesso vorrei disintossicarmi un po’ dall’informazione. Chi fa informazione sa benissimo che è un compito molto delicato, arduo, pesante, non è facile. Soprattutto per chi, come me, ha deciso di non vendersi a nessuno, ma ha cercato di dare informazione libera. Questo è un compito veramente impegnativo e non sempre si possono ottenere i risultati che si vogliono, anche se io sono soddisfatto del lavoro che ho fatto.
Ora ti sei dato alla politica e sei candidato in Cantiere Popolare, un gruppo che si è staccato dall’UDC?
Sì, la parte dell’UDC, vicina al centro-destra. Probabilmente se in futuro si riuscirà a fare questa unione del centro-destra, potrebbe diventare, assieme al PDL, il partito del centro-destra. Siamo vicini a Nello Musumeci perché riteniamo che sia il candidato presidente più adatto a governare la Sicilia, ed a rilanciarla soprattutto vista la situazione attuale, quindi abbiamo fatto questa scelta di concorrere anche noi, anche se non sono un politico di professione, anzi tutt’altro.
Come mai questa candidatura?
Perché secondo me è arrivato il momento di mettere veramente la faccia e di cambiare un po’. E’ arrivato il momento per chi ama la Sicilia, per chi ama questa terra, la propria città e la propria provincia di spendersi e dare il suo contributo affinché le cose cambino veramente. Non è più possibile stare attaccati a questi carrozzoni inutili, soprattutto a questa vecchia politica che ci ha condotto alla fine nella situazione in cui siamo, cioè terribile è devastante. E’ inutile stare a perdere tempo, la realtà è veramente critica, penso che bisogna rimboccarsi le maniche oppure scappare via.
Avete nel vostro programma anche un programma per le isole? Visto che i problemi sono a volte diversi…..
Intanto è grave pensare che non esista un programma per le Isole. Le isole sono una risorsa fondamentale per il territorio. Qualche mese fa sono stato a Palma di Maiorca, che ha il porto turistico più grande d’Europa ed è organizzata in maniera eccezionale. Anche se è più grande di Pantelleria non ha le risorse naturali che ha la vostra isola. Purtroppo, qui, come in tutta la Sicilia, se uno vuole realizzare una cosa qualsiasi, ha delle difficoltà enormi. La politica poi riesce sempre ad intralciarci. L’ultima è la problematica dei trasporti no? E’ una cosa gravissima, anche perché alla Regione sono riusciti a destabilizzare, a mettere in crisi le compagnie locali che hanno sempre dato degli ottimi servizi per favorire delle aziende di fuori che ora stanno avendo i risultati che stanno avendo.
Allora bisogna intanto pensare a quello che abbiamo, valorizzare quello che abbiamo, le potenzialità che abbiamo, soprattutto le eccellenze, anche nei trasporti. In Provincia di Trapani occorre valorizzare al massimo le compagnie locali, Ustica Lines, Traghetti per le Isole, e non cercare di favorire chi ti fa delle cortesie di tipo diverso. Occorre guardare all’interesse della collettività, non dei singoli. E poi Pantelleria deve essere assolutamente una risorsa per l’intera Sicilia, Pantelleria non può più essere quella che è oggi, ma deve avere un porto turistico che possa accogliere le barche di grandi dimensioni, quelle di 30 – 40 metri che sono quelle che poi lasciano i soldi. Bisogna avere una darsena adeguata, bisogna avere il rimessaggio qua, perché tutti i grandi ricchi d’Europa potrebbero tranquillamente tenere la proprio barca qua. Poi, ma questo è un sogno che non credo sia realizzabile in poco tempo, è che qui possano attraccare le navi da crociera. E poi utilizzare quello che già Pantelleria ha, come i fanghi e le acque calde, che credo siano dei posti unici in tutto il Mediterraneo ma purtroppo passano in secondo piano. Abbiamo le migliori uve. Per me lo Zibibbo è la migliore uva del mondo, io penso che lo Zibibbo sia di una bontà incredibile, ma non lo dico perché sono a Pantelleria. E’ l’unico vino che io apprezzo ed è un peccato che non si riesca veramente a qualificare quest’isola per quello che vale. Allora l’impegno che vorrei prendere riuscendo a vincere questa campagna elettorale, non è per Pantelleria, ma è per la Sicilia con Pantelleria, che può essere un fiore all’occhiello per la Sicilia. Purtroppo in questo momento si rischia di fare solo chiacchiere e bisogna dare la parola ai fatti.
Ti batterai per le cosiddette navi Ro.Ro che hanno rotto un po’ il monopolio della Siremar in questi anni?
Io mi batterò da trapanese affinché il monopolio lo possano avere le compagnie trapanesi come Ustica Lines o Traghetti per le Isole che danno lavoro agli abitanti della provincia di Trapani. Mi batterò contro le compagnie che vengono da fuori, perché le compagnie trapanesi, già per il rapporto umano che hanno e per il personale che hanno a bordo, riescono a creare quei contatti umani che altri non hanno.
C’è un problema di trasporti aerei pure, rischiamo da giorno 27 di rimanere senza aerei, a Riggio hanno praticamente detto che lo Stato non vuole più mettere una lira e la patata bollente deve andare in questo caso alla Regione. In questo senso pensi di poterti battere per avere diciamo altri soldi dallo Stato, ma soprattutto che la Regione faccia la sua parte?
Io da questo punto di vista un po’ di esperienza ce l’ho, visto che sono stato amministratore dell’aeroporto di Birgi ed ho avuto la fortuna di arrivare con il solo volo per Pantelleria e sono andato via con 32 voli. Credo che la Regione debba fare più della sua parte, io credo molto in una compagnia regionale a partecipazione privata che possa veramente sopperire alle esigenze di uno Stato che oggi non è presente perché fra l’altro ancora oggi siamo credo purtroppo considerati una colonia dell’Italia. Io invece penso da siciliano che noi dovremmo sfruttare al meglio le nostre risorse, le nostre capacità, senza dipendere da altri. Magari confrontandoci con la Comunità Europea che qualche garanzia te la da, ma lo Stato centrale sicuramente no. Credo che la Regione debba fare veramente la sua parte, e debba investire in maniera concreta, ma non creando come al solito quelle condizioni di assistenzialismo o di favorire qualche amico, ma piuttosto pensando veramente ad un territorio, che come ripeto, è una grande opportunità per tutti, non solo per i panteschi.
Salvatore Gabriele
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