STORIA DI UN FRANTOIO: LA COOPERATIVA CAPPERI AL SERVIZIO DEI 550 SOCI

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La storia dei frantoi a Pantelleria viene raccontata da Saro Cappadona, responsabile marketing della Cooperativa Agricola Produttori Capperi, che ci accoglie nella sede sita in località Scauri Basso. Un racconto dettagliato che ci porta a scoprire che a Pantelleria i frantoi per molire le olive ci sono sempre stati.

Le più lontane notizie certe risalgono al 1800. Quando la molitura si faceva ancora con gli asini c’erano frantoi disseminati in molte frazioni: Scauri, Khamma, Tracino, Bukkuram. Si arrivò poi, negli anni ’70 del secolo scorso, ad un frantoio di nuova concezione che fu fatto dalla cooperativa Agricoltori Associati di Pantelleria (A.A.P.), di Vito Valenza. Quando nel 1985 fallì questa cooperativa, sorse l’Enopolio che affittò i locali della A.A.P. gestiti da un commissario. Il frantoio quindi continuò a funzionare ma col tempo diventò obsoleto e non rispondeva più ai requisiti di legge. Ecco allora che nel 1995 l’Enopolio continuò come attività vinicola ma chiuse l’impianto oleario. I contadini, spinti dalla necessità, si organizzarono per portare le olive fuori dall’isola, nei frantoi della provincia di Trapani, utilizzando autocarri trasportati con la nave. Questa soluzione si rivelò inaccettabile sia per i costi aggiuntivi dovuti al trasporto sia per i problemi dei collegamenti che sappiamo bene quanto siano gravosi. La conseguenza fu che nel 1996 a Pantelleria le olive non furono raccolte, perchè l’unico frantoio privato, proprietà Culoma, che ancora funzionava a Karebi non riusciva a soddisfare le necessità di tutta la comunità. Di conseguenza la Cooperativa Agricola Produttori Capperi, vedendo le difficoltà dell’isola e le esigenze dei soci contadini che coltivano sia i capperi che le olive, si attivava per cercare una soluzione. “In quel periodo si registrava una crisi nella produzione dei capperi – spiega Saro Cappadona – per cui la Cooperativa aveva la disponibilità di un capannone inutilizzato, abbiamo quindi verificato la possibilità di un contributo da parte della Comunità Europea e della Regione Sicilia a fronte di un impegno economico anche da parte della Cooperativa stessa per la costruzione di un nuovo frantoio. Abbiamo riunito tutto i soci invitandoli ad effettuare un versamento di un fondo infruttifero per poter dar corso all’iniziativa del nuovo frantoio. I soci hanno aderito sapendo che nel tempo la somma prestata sarebbe stata restituita senza interessi. Ci sono stati alcuni intoppi burocratici per i quali si è rischiato di non ottenere il finanziamento europeo, mi sono recato personalmente negli uffici provinciali e regionali per sbrogliare la matassa e alla fine tutto è andato per il meglio. Abbiamo avuto anche l’entrata di nuovi soci interessati al frantoio che oggi viene utilizzato da quasi tutti i 550 soci iscritti alla cooperativa. Oltre ad offrire il servizio ai soci moliamo anche per gli esterni che lo chiedono.”
L’andamento della produzione di olio è alternante nei diversi anni, la punta massima di lavorazione di olive si è avuta nel 2000 con una produzione di 8.400 quintali di olive molite mentre normalmente la media annua è di circa 4.000/5.000 quintali.
Quest’anno i lavori al mulino sono iniziati il 9 ottobre e continueranno fino a metà novembre, giornalmente vengono molite 200 quintali di olive, secondo turni stabiliti. La resa di olio è determinata dalla piovosità, più acqua c’è nelle olive più pesano ma meno rendono; ci sono poi zone dell’isola dove l’umidità è più bassa, altre dove l’esposizione al sole è più intensa, comunque la resa può variare dai 15 litri di olio a quintale fino a oltre i 20 litri. Altro particolare è legato alla varietà delle olive, il 99% di quelle pantesche appartengono alla varietà “Biancolilla”, una delle tre cultivar più diffuse tra la provincia di Trapani e quella di Palermo.
Il contadino socio paga alla cooperativa il servizio di molitura quantificato in 15 centesimi di euro per ogni chilo di olive con una maggiorazione IVA del 4%, mentre il cliente esterno versa 20 centesimi al chilo con l’IVA però al 21%.
L’olio prodotto a Pantelleria con il frantoio di nuova generazione che utilizza un sistema centrifugo a freddo permette di ottenere un olio di oliva extravergine di alta qualità. In questi anni la Cooperativa Capperi ha fatto anche delle ricerche per avere più informazioni, circa la coltivazione delle olive e le caratteristiche dei diversi tipi di olio, da trasmettere ai soci per migliorare i risultati. Si apprende così che è meglio raccogliere le olive non troppo mature. L’analisi dell’olio pantesco ha fatto riscontrare un bassissimo tenore di acidità e questo lo rende un olio di grande pregio. Non ha però una lunga persistenza nel tempo, in primavera comincia a decadere perchè cambia la temperatura, da qui la necessità di una conservazione ottimale: al buio, senza sbalzi di temperatura e ben chiuso per evitare che si ossidi a contatto con l’aria. Diversamente la conservazione non dovrebbe andare oltre l’anno, a meno che si proceda ad imbottigliarlo sotto azoto. Il deposito che si crea sul fondo è invece normale, dipende dalla molitura a freddo che produce un olio integrale, non filtrato come accade invece agli oli industriali nei quali la filtratura fa perdere però gran parte delle sostanze. La quantità di olio prodotta nell’isola serve a coprire le necessità interne a livello familiare, non c’è quindi esportazione. A metà novembre si potranno avere i dati complessivi della produzione 2012 che, a quanto pare, dovrebbe risultare molto abbondante.
Giovanna Cornado Ferlucci

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