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nNotiamo subito che il coefficiente di riempimento medio delle strutture ricettive è di circa 100 giorni l’anno, così come del resto avviene in tutta la Sicilia.
nAnalizzando i limiti che impediscono di fare Turismo ad una regione come la nostra non possiamo che concordare, perché così è, con quanti sostengono che il gap negativo principale per la Sicilia è il grave deficit infrastrutturale.
nNon possiamo che prendere atto e confermare che non c’è possibilità di raggiungere il nostro territorio con una macchina data la distanza dai luoghi di provenienza dei turisti (Nord – Italia o Europa), non è possibile raggiungere con il treno data la miserabile situazione che esiste in Sicilia e nel Meridione per quanto riguarda tale tipo di infrastrutture.
nLa linea ferrata limitrofa all’Aeroporto di Birgi non offre a 2 milioni di passeggeri dell’aeroporto alcun servizio, ignorando letteralmente i collegamenti con la Città di Trapani, l’Aeroporto di Punta Raisi e Palermo.
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nDovremmo riflettere sulle importanti carenze infrastrutturali che attanagliano il nostro territorio, sottolineando in primo piano che tale linea ferroviaria adiacente all’Aeroporto di Birgi è inutilizzata e che ci risulti senza alcuna programmazione o progettualità di utilizzo nonostante il Libro Bianco della Comunità Europea preveda chiaramente:
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n“Entro il 2050 completare la rete ferroviaria europea ad alta velocità. Triplicare la lunghezza della rete ferroviaria ad alta velocità esistente entro il 2030 e mantenere una fitta rete ferroviaria in tutti gli Stati Membri. Entro il 2050 la maggior parte del trasporto passeggeri sulle medie distanze dovrebbe avvenire per ferrovia”
n(Fonte: Obiettivo 4 Libro Bianco dei Trasporti Comunità Europea).
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nRicordiamo anche che la stessa linea ferroviaria oggi potrebbe essere a servizio del sito Archeologico di Segesta (300 mila visitatori paganti annui) e perché no già collegata con il più grande parco Archeologico d’Europa Selinunte e oggi non servito.
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nAncora meno si può discutere di efficienza di collegamenti marittimi che quando vengono praticati, vengono attuati prezzi insostenibili.
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n Un termine che ci sentiamo sempre ripetere è che “NON CI SONO SOLDI”, noi riteniamo che i soldi siano tanti ma spesi mali con logiche vecchie e che spesso fanno sorgere degli interrogativi. Ricordiamo che solo per i collegamenti navali con le Isole la Regione spende circa 140 milioni l’anno a fondo perduto. Se andiamo a vedere i benefici che il turismo trae da queste spese ci accorgiamo che non si trae nessun beneficio anzi viene penalizzato.
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nEcco alcuni dati del 2014:
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• Traghetti delle Isole – 127 corse effettuate e 49 annullate (pari a circa il 28% delle 176 programmate).
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n • Compagnia delle Isole – 245 corse effettuate e 86 annullate (pari a circa il 25% delle 331 programmate).
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Un turista è costretto a pagare per andata e ritorno con nave da Pantelleria un biglietto di 80 euro circa, da Favignana 17 euro, Levanzo 17 euro e Marettimo 25 euro. Per non parlare dei collegamenti con gli aliscafi dove un’andata e ritorno Trapani – Pantelleria costa 76 euro, un Trapani – Marettimo 32,50 euro, un Trapani – Favignana e Trapani- Levanzo 18,70 euro.
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nPer obiettività sentiamo doveroso segnalare che la Compagnia Traghetti delle Isole di spontanea iniziativa pratica un prezzo politico di biglietto per un andata e ritorno da Pantelleria di 20,00 euro durante il periodo estivo per aiutare il turismo.
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nPer non parlare dei collegamenti aerei con le Isole Minori dove lo Stato eroga oltre i 10 milioni l’anno per la continuità Territoriale, con il risultato che un potenziale turista che vuole raggiungere Pantelleria da Trapani o da Palermo deve spendere rispettivamente circa 120 o 140 euro.
nNoi riteniamo che l’unica opportunità sicuramente può essere data dai collegamenti aerei se attivati frequenti e a basso costo.
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nOggi purtroppo dobbiamo constatare che nessuna attenzione è stata data alle esigenze del turismo in Sicilia e più in particolare nella provincia di Trapani, addirittura troviamo scandaloso ed ingiustificabile la logica con la quale è stato realizzato Il programma triennale di sviluppo turistico 2015 – 2017 della Regione Sicilia piano Strategico 2014 – 2020.
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nL’obiettivo generale del Piano Strategico è rafforzare il ruolo del turismo nell’economia regionale.
nLeggiamo al capoverso Visione/Direzione/2020 del capitolo Connettività Turistica:
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n“Aumentare la connettività degli aeroporti di Catania, Palermo e Comiso ampliando la rete delle rotte e dei paesi stranieri serviti”.
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nTroviamo scandaloso che la progettualità, che condividiamo in toto come forma di sviluppo, escluda volontariamente gli aeroporti di Trapani, Pantelleria e Lampedusa come se si trattasse di figli di un Dio minore e ribadiamo con forza che non è più accettabile subire una visione strabica da parte della Regione, qualificando così i cittadini di serie A e B.
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n“Nonostante la grave crisi in cui versa l’economia isolana, la Sicilia può vantare un considerevole posizionamento turistico nel panorama internazionale. Il brand Sicilia infatti gode di una notevole percezione e riconoscibilità grazie all’ineguagliabile patrimonio paesaggistico, artistico e culturale. Da qui l’esigenza di sostenere le imprese turistiche che si presentano oggi come soggetti privilegiati in grado di attrarre cospicui introiti dall’estero.”
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nPartendo proprio da quest’ultima frase ripresa da un documento di programmazione strategica 2015-2017 della Regione Sicilia vorremmo esporre il ns progetto di rilancio del Turismo attraverso lo sviluppo di sinergie tra le Isole Minori della Sicilia e in particolar modo partendo dal coinvolgimento dell’Isola di Pantelleria (rappresentata dal Consorzio Pantelleria Island), di Lampedusa (rappresentata dal Consorzio Albergatori di Lampedusa) e Trapani (rappresentata dal Consorzio Turistico Trapanese). Tale progetto non prevede alcun costo per la Pubblica Amministrazione ma bensì un investimento che garantisce un elevato rientro sia economico, occupazionale che culturale per la società, i cittadini e la pubblica amministrazione.
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nAndrea Oddo
n1 – continua
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