PRESENTATO IL PROGETTO PER UN IMPIANTO DI GEOTERMIA DI TERZA GENERAZIONE

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Geotermia a Pantelleria
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nDurante l’evento organizzato dal gruppo 5 stelle di Pantelleria, è stato presentato al Castello, il progetto di produzione energia elettrica attraverso un impianto di geotermia di terza generazione.
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nIl dott Vincenzo Presenti, amministratore della società Sefer di Catania, con la presentazione del progetto e rispondendo alle molteplici domande scaturite dall’interessato pubblico, ha spiegato nella maniera più semplice, per quanto permette una materia invece complessa, come si potrebbe sviluppare un sistema che produca energia pulita per tutta l’isola coprendone praticamente il 70% del fabbisogno totale.
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nMa andiamo per ordine.
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nSefer nel 2011 ha presentato domanda di concessione per un progetto pilota di 2,5 MW su Pantelleria al ministero dello sviluppo economico nominandolo appunto Scauri Pantelleria.
Il ministero analizzando il progetto in commissione CIRM e avendo per legge disposizione di accreditare 10 progetti pilota su tutto il territorio nazionale ha valutato positivamente il lavoro della Sefer attribuendo la concessione e dando inizio quindi all iter di realizzazione. (vedi sito ministero) http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/istanze/dettaglio.asp?cod=492&numerofasi=4

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nCercando a mia volta di semplificare, l’impianto totalmente finanziato da capitali privati, ha la finalità di realizzare un sistema schematizzato nell ‘immagine a lato..
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n3 sono le fasi principali che si possono riassumere come segue:
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1)Prelievo attraverso un pozzo di fluidi caldi di acque salate (chiamato salamoia, curioso termine che già conosciamo a Pantelleria per la lavorazione dei capperi!) a temperatura di circa 140 gradi (media entalpia) a profondità massima di 700 metri dalla caldera del vulcano che Pantelleria fù.
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n2) Trasmissione del calore della salamoia attraverso uno scambiatore di calore (quindi senza contatto diretto) ad un fluido ad alto tenore evaporativo
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n3) Riiniezione della salamoia a temperatura di circa 50 gradi attraverso un altro pozzo appunto chiamato di ”riiniezione” nella caldera originaria.
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Questo ciclo di prelievo e iniezione è a completo circuito chiuso ovvero senza contatto con l’atmosfera e l’ambiente superficiale non compromettendo quindi possibili inquinamenti che invece nella geotermia classica Enel rilasciando in atmosfera i vapori del sottosuolo profondo, recano gravissimi problemi ambientali di cui in Toscana ne subiamo da tempo conseguenze.
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nQuindi tornando alla fase 2 lo scambiatore di calore trasmette la temperatura al fluido evaporante che aziona una turbina che girando crea elettricita, che a quel punto viene immessa nella rete elettrica e distribuita all’isola.
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nIl costo del kilowatt geotermico è il più basso in assoluto tra tutti i sistemi oggi esistenti e si parla alla fonte di circa 2 centesimi kilowatt contro i 6 delle centrali a carbone e turbogas e incommesurabilmente inferiore paragonato ad una centrale a gruppi elettrogeni a gasolio come nel nostro caso.
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Inolte l’impatto inquinante è praticamente pari a zero non essendoci nessuno scambio con l’atmosfera di residui o vapori. L’impatto visivo si riduce ad una struttura per la turbina poco più di un container (14 metri x3 di altezza e 3 di larghezza). L’area di raffreddamento del fluido evaporatore una struttura alta 5 metri delle dimensioni e schermabile a forma di un tipo giardino pantesco.
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nI pozzi di estrazione immissione una volta passato il disturbo di circa 3 o 4 mesi per la realizzazione, occupano uno spazio (testa di pozzo) di pochi metri quadri. Le tubazioni da collegare alla zona turbina sono previste sottotraccia. E’ quindi evidente quanto sia praticamente nullo l’impatto di tale progetto.
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Mi resta da far notare che il fatto che sia realizzato con capitali privati e quindi volto ad un giusto guadagno per gli investitori, vi è tutta l’intenzione che il ”pozzo non sia un buco nell acqua”, ovvero che si inizi un opera di cui non ne vedremo mai la fine con ampio spreco di soldi pubblici come purtroppo siamo abituati a esserne circondati.
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nInfine ci tengo a sottolineare che, quando fui contattato nel 2011 dal dott Vincenzo Presenti di Sefer, mi propose di studiare il progetto in anteprima per valutarne la fattibilità e la bontà dell’opera per poi farmi carico di presentarlo alla comunità di Pantelleria, al fine di assumermi il ruolo di una sorta di “portavoce” (termine quanto mai appropriato visto che siamo in ambito 5stelle….).
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nFin da subito fu chiaro che il passo fondamentale fosse la compartecipazione e la condivisione del progetto con la popolazione dell’isola e con l’amministrazione
sia per spiegare prima cosa si stava andando realizzare valutandone insieme prò e contro.Inoltre la valutazione della popolazione può essere un fondamentale aiuto per facilitare e accelerare l’iter burocratico quando tra pochi mesi sarà presentato la famosa VIA ovvero la valutazione di impatto ambientale.In questa fase infatti i cittadini potranno essere chiamati a darne una valutazione che sarà presa in considerazione dal ministero dell Ambiente incaricato ad approvare o meno il progetto.

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nCome ha sottolineato il dott.Presenti durante la presentazione, solo dopo aver effettuato il pozzo e valutato temperatura, pressioni e flusso potranno essere in grado di considerare i costi del kilowatt di energia prodotta, ma sicuramente uno degli obbiettivi primari è quello di ridurre sensibilmente la bolletta energetica che tutti noi paghiamo oggi, con anche un grande risparmio per le casse regionali che oggi devono integrare i costi dell energia oggi prodotta.
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nSiamo quindi sulla soglia, con un progetto reale e benedetto dal ministero (a meno che Renzi e Enel non facciano sgambetti dell’ultima ora) di fare un passo reale per rendere davvero Pantelleria libera dal petrolio, diventando, quale modello, la prima isola sostenibile e pulita nella produzione di energia del mediterraneo.
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Ognuno pensi le ricadute sul turismo sensibile a questi temi che potremmo avere e quale economia potrebbe generare.

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nAlberto Zaccagni
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