”TANTE OPPORTUNITA’ PER I GIOVANI. BISOGNA SFRUTTARLE”

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NINO CALECA primo assessore pantesco alla Regione Sicilia.
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nLo abbiamo incontrato a Pantelleria dove è arrivato per pochi giorni ed ha accettato di rilasciarci una intervista.

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nCome ti sei trovato in questo ruolo?

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n "E’ un’esperienza bellissima. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con l’agricoltura, sin da piccolo quando con mio nonno e mio padre seguivo la gestione dei vigneti qui a Pantelleria, in una bella proprietà di circa 10 ettari appartenente a mio nonno. Esperienza questa che mi è servita come base di partenza per la nuova esperienza che sto vivendo come assessore all’Agricoltura, un’esperienza entusiasmante che ti consente di scoprire un mondo incredibile di ricchezze e di grandi possibilità. L’agricoltura è l’unico settore della Regione Siciliana dove c’è più denaro di quanto riusciamo a spendere."
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nPerché gran parte di questo denaro pubblico non viene speso?
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n"Noi come assessorato, per la verità, abbiamo speso quasi tutto e mi riferisco ai fondi europei. La Sicilia è ancora considerata obiettivo UNO, quindi riceve i fondi direttamente dall’Europa. Noi, nel nuovo progetto, il nuovo PSR (Piano Sviluppo Rurale), abbiamo ottenuto per la Sicilia 2 miliardi e 300 milioni di euro, che possiamo spendere da ora fino al 2020. Se teniamo conto che questi sono gli stessi fondi che ha ricevuto dall’Europa anche l’Irlanda, si può dire che una sola Regione ha ricevuto la stessa somma di un intero Stato."
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Riuscirete a spendere tutti questi soldi?
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"Quelli destinati all’agricoltura, quindi al mio settore, vengono spesi sostanzialmente tutti. Il punto è come e per che cosa vengono spesi. Per esempio noi siciliani siamo molto bravi nel campo del biologico, siamo la prima regione in Italia in questo campo, allo stesso tempo siamo meno bravi nelle opere strutturali. Con riferimento a Pantelleria, quest’isola gode di alcune misure che non vengono assolutamente sfruttate, soprattutto dai panteschi, per questo dobbiamo capire al più presto come intervenire”.
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nCosa devono aspettarsi da lei panteschi?
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n"Pantelleria ha avuto due misure molto importanti: quella per il reimpianto e quella per muretti. Due misure, da come ho visto, che vengono sfruttate più da chi, con spirito imprenditoriale, viene sull’isola ma non è pantesco e poco invece dagli isolani stessi".

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nPerché succede questo? Forse mancano le strutture adatte a seguire chi ha voglia di mettersi in gioco?
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n"Si da un lato mancano le strutture, ma dall’altro manca soprattutto la volontà imprenditoriale di costruire qualcosa. Pantelleria ha una fascia generazionale che ancora non crede nelle sviluppo dell’Isola, ragazzi che ancora sono convinti che si possa vivere bene altrove e non qua. Questa tendenza si sta invertendo in tutta Europa ed anche in Sicilia, i giovani stanno tornando all’agricoltura, lavorano, investono e si divertono pure, perché l’agricoltura non è più quella di una volta. A Pantelleria però questo concetto non è stato ancora afferrato. Faccio un esempio. Con il nuovo PSR (Programma Sviluppo Rurale), se gruppi di giovani si mettono assieme e formano quella che si chiama una "rete di impresa", il mio assessorato interviene per finanziamenti strutturali con contributi a fondo perduto che arrivano anche al 70 % per la creazione delle strutture. Pensate, ad esempio, alla possibilità di creare una cantina a Pantelleria. Sostanzialmente quasi l’intera spesa, come dicevo fino al 70%, potrebbe essere finanziata da soldi pubblici. Quindi i fondi non mancano e io sarei ben felice che venissero spesi in questo senso invece che darli solamente per sagre o feste. Bisogna, quindi, mettersi insieme e creare delle attività imprenditoriali, delle strutture. Ogni giovane disoccupato che presenta, ad esempio, un progetto di sviluppo che riguarda le vigne abbandonate, può essere pagato fino a 40 mila euro. Se si mettessero assieme otto giovani potrebbero raggiungere una cifra di 450 mila euro, da investire nell’arco di 7 anni per poi restituirla, a tasso zero, a partire dal settimo anno. Quindi non sono i fondi che mancano ma è lo spirito imprenditoriale che deve uscire fuori."

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