”PUNTARE TUTTO SU MARKETING E QUALITA”’

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Puntare tutto su qualità e marketing, ma come fare?
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nLo abbiamo chiesto nell’ultima parte dell’intervista che l’assessore all’Agricoltura della regione Siciliana, Nino Caleca ci ha concesso in esclusiva.
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nSi può pubblicizzare, abbiamo chiesto, il Passito di Pantelleria senza una marca in particolare?

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n"Si, attraverso le Organizzazioni Comuni dei Mercati (OCM) per i quali ci sono 54 milioni di euro che vengono gestiti direttamente dai consorzi di tutela. Esiste anche il consorzio di tutela di Pantelleria che potrebbe gestire questo particolare settore. Otto milioni di euro, dei 54 prima citati, sono destinati appunto alla pubblicità dei prodotti senza marchio. Quindi anche qui, se il consorzio si muove e propone progetti, può partecipare all’utilizzo di questi 8 milioni di euro che non sono poca cosa. A differenza del PSR (Piano Sviluppo Rurale) che permette di pubblicizzare i prodotti italiani solo in Europa, l’OCM permette di pubblicizzare invece in tutto il mondo. Quindi si possono appoggiare le campagne pubblicitarie che si fanno in America, in India, in Cina che al momento è il Paese che attira di più e dove si sta aprendo una politica di esportazione."
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nIn conclusione, quale messaggio vorrebbe mandare ai giovani?
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n"Una volta a Pantelleria si coltivavano 5 mila ettari per fare lo zibibbo, ora se ne coltivano 600. Oggi esiste la possibilità di tornare ad essere ricchi coltivando la terra e la rinascita di quest’isola può avvenire soprattutto da questo settore. Lavorare la terra non significa solo andare a zappare e sporcarsi le mani, ma significa anche avere uno spirito imprenditoriale. Ripeto, la spesa pubblica è concentrata sull’agricoltura, non approfittarne, soprattutto da parte dei giovani di Pantelleria, sarebbe veramente un grave errore, anche perché, se non ne approfittano loro, ci saranno altri giovani siciliani che lo faranno. E’ vero che la coltivazione ad alberello della vite di Pantelleria è patrimonio comune dell’umanità, ma accanto a questo c’è una cosa che può essere alla stesso tempo buona e cattiva, a seconda da chi dirige il percorso. Anche Pantelleria, rassegniamoci, è patrimonio comune dell’umanità, nel senso che noi assisteremo sempre più ad interventi di operatori "stranieri" sull’isola che vogliono sfruttare le sue ricchezze, e già ne abbiamo sentore. Sarebbe un peccato se in un momento di rinascita ci si dovesse trovare di fronte a "sfruttamenti esterni" dell’isola e non da parte dei panteschi stessi, sarebbe una vera offesa al nostro territorio. Soprattutto le nuove generazioni potrebbero veramente impegnarsi nel fare proposte e progetti. Il lavoro fisso nella pubblica amministrazione è ormai un’utopia, la vera ricchezza oggi, si può ottenere solo sfruttando le risorse di cui si dispone. Quindi ragazzi piuttosto che sopravvivere ai margini delle grandi città, sperimentatevi imprenditorialmente qui a Pantelleria, costruite cantine e coltivate la vite ad alberello dei vostri padri".

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n"Voglio dire un’ultima cosa. Tutte le strutture dell’assessorato devono essere più vicine agli agricoltori di Pantelleria. I miei tecnici devono venire sull’isola per spiegare direttamente ai cittadini e ai produttori come poter sfruttare questi contributi europei, come si impostano le domande e come si presentano. Bisogna partire da alcune realtà che già esistono e che sono vicine all’isola. Qui, per esempio, esiste una struttura che funziona bene, il vivaio che è una vera ricchezza per Pantelleria e che deve essere ancora più utilizzato dall’agricoltura pantesca, creando nuovi rapporti e utilizzando le ricchezze che esso possiede."
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nHa collaborato Viviana Alessi
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