La dottoressa Nuccia Farina è dirigente del Circolo Didattico “A. D’Ajetti” che comprende le Scuole primarie di Khamma, Scauri e Capoluogo oltre alle Scuole dell’Infanzia di Tracino, Rekhale, Via Salibi e Collodi.
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nCome avete vissuto queste giornate di studi?
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n"Sono state una grandissima opportunità per l’isola perchè questo succede in casi eccezionali e perchè il livello dei relatori era veramente molto alto. Si sono toccate tematiche con cui gli insegnanti hanno a che fare quotidianamente, sperimentando molto spesso un grande senso di frustrazione e di impotenza. Ciò dipende dal fatto che purtroppo ci vogliono delle competenze tecniche e dei punti di riferimento che oltre ad incontrare i bambini che vengono segnalati possano anche fare poi da consulenti dei docenti e tutto questo sull’isola non c’è."
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nQual è la proposta per il futuro per ovviare a questa mancanza?
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n"La proposta è quella, dal canto mio, di intensificare queste iniziative sul territorio e aumentare il livello di consapevolezza dei docenti su queste problematiche, perchè questo è un presupposto indispensabile. Anche se abbiamo difficoltà nel reperire e contattare queste figure specialistiche, sono convinta che più gli insegnanti sono consapevoli e più, anche con pochi mezzi, possono fare qualche cosa e indirizzare anche le famiglie. Si può costruire poi una rete sul territorio con quelle figure che sono presenti in maniera magari non così formalizzata ma che hanno competenze complementari molto utili per affiancare i docenti. Oggi erano presenti giovani laureate che non lavorano nella scuola ma che vivono sul territorio. Penso ad un gruppo di lavoro permanente che approfondisca queste tematiche, tenendo conto che i mezzi tecnologici che noi abbiamo sono eccezionali. Come isola abbiamo grosse difficoltà dal punto di vista delle risorse umane ma abbiamo delle straordinarie risorse tecnologiche. Penso alle videoconferenze, ai contatti via e-mail con questi esperti che si sono resi disponibili al confronto… sono strumenti che ci permettono di collegare con l’esterno quella rete di solidarietà che si è creata sul territorio. Ci sono quindi delle speranze di migliorare le nostre capacità di intervento."
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nE’ stato quindi importante capire che determinati disturbi sono legati a patologie genetiche?
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n"Si è sempre pensato che i bambini che non vanno bene a scuola fossero svogliati o non intelligenti, ma oggi la scienza ci dimostra che quasi mai il problema è di questo tipo, per cui i bambini non hanno alcuna colpa della situazione e non ha quindi senso punirli o reprimerli perchè non lo fanno intenzionalmente. Nel momento in cui ci rendiamo conto di questo e cominciamo ad esplorare quali sono gli strumenti e le possibilità di intervento, adeguando la nostra didattica, sicuramente molti di questi problemi si ridimensionano e trovano almeno un parziale esito positivo".
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nCome possono essere supportati i genitori di questi bambini?
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n"Secondo me questa formazione deve essere allargata alle famiglie, per dare la possibilità di sviluppare la consapevolezza del disturbo. Il lavoro che si deve fare è necessariamente un lavoro in sinergia e in collaborazione se si vuole intraprendere un percorso di recupero e di rinforzo trovando dei tempi adatti. Credo anche che sarebbe utile proporre questa formazione nel mese di settembre quando gli insegnanti non sono ancora impegnati nelle lezioni frontali, potrebbero così partecipare tutti".
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nGiovanna Cornado Ferlucci
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