STUDI E PROGETTI (PILOTA?) SULLE FONTI ENERGETICHE ALTERNATIVE

Download PDF
Non ho alcuna competenza specifica in materia e mi limito a leggere e tentare di interpretare quanto viene scritto, come può fare un qualsiasi uomo della strada.
n
nA volte con un poco di scetticismo dovuto a tante esperienze negative nelle quotidiane realtà del nostro Paese ed anche all’impressione che a volte un certo tipo di ambientalismo sia troppo radicalizzato e avvolto su se stesso e poco attento alle complesse realtà del mondo e della vita che devono essere sempre viste e valutate a 360 gradi.
n
nVoglio comunque specificare per ogni chiarezza ed a scanso di equivoci che non intendo assolutamente riferirmi negativamente ai progetti recentemente presentati dal Movimento 5 Stelle, che potrebbero auspicabilmente essere validi, salvo dimostrarlo con dati concreti e comprovati.
n
nIn termini generali, per le condizioni geoclimatiche, a Pantelleria le possibili fonti d’energia alternative, a più o meno elevato impatto ambientale, sono svariate: sole, vento, moto ondoso, geotermia, biogas da scarti di prodotti agricoli e forse altre.
Tutte a prima vista potenzialmente interessanti ma tutte con qualche aspetto impattante, magari ridotto ma non mai nullo, perché gli uomini e la popolazione mondiale in continua crescita non possono certamente nascere e morire, vivere, nutrirsi, muoversi, divertirsi, lavorare, produrre, andare nello spazio, fare la guerra e svolgere qualsivoglia altra attività, compresa la produzione di energia, ad impatto zero per il pianeta e per la circostante atmosfera.
n
nQuindi è indiscutibile che occorre migliorare la situazione in misura sensibile ma quello che a volte colpisce è che nella pur giusta ricerca del progresso e dell’innovazione, spesso, accanto al termine "progetto" (per lo più assistito da incentivi statali) viene inserito anche il termine "pilota". Ciò che provoca un’immediata impressione un po’ ambigua, di qualche cosa di non totalmente collaudato e con margini più o meno ampi d’incertezza sul risultato finale. Forse temendo anche l’italico andazzo secondo cui intanto si realizza il progetto – e chi può lucra sullo stesso – poi si vedrà se e come funziona.
n
nAccadde in anni non lontanissimi e accade ancora oggi con centri siderurgici, terminali petroliferi, cementifici, strutture varie, persino scuole, centri sportivi, ospedali, carceri, strade e cementificazioni inutili, che si realizzino ecomostri, spesso mai entrati in funzione, che costerebbe talmente tanto demolire che resteranno quali perenni ricordi della mala gestione politica e dei mali affari sul territorio.
n
nComunque un primo punto essenziale, che resta come il cardine del tentativo diretto alla ricerca di valide fonti energetiche alternative a Pantelleria
(tenendo anche conto del parere delle Soprintendenze competenti per la valutazione degli elementi paesaggistici e ambientali, che auspicabilmente richiederebbero migliore flessibilità di approccio), è il ridotto impatto ambientale della struttura in se stessa e della rete distributiva, nonché la mancata o quantomeno ridotta immissione nella terra, nell’acqua e nell’aria di sostanze inquinanti e nocive.
n

nSe ciò fosse corretto, l’altro punto fondamentale che immediatamente ne consegue è il costo finale, per il Paese e per l’utenza, dell’energia prodotta con uno od un altro sistema e quindi la soluzione migliore, che può variare da caso a caso e da contesto a contesto.
n
nNegli studi progettuali i termini di paragone dei costi tra le diverse fonti sono svariati (ognuno tira l’acqua al suo mulino) ma generici e poco significativi per la gente comune. Cui interessa relativamente sapere quanti centesimi costerebbe l’energia alla produzione con i diversi sistemi, mentre è più attenta a quale sarà il costo finale effettivo del kW per il Paese e per l’utente. E di questo si parla in genere assai poco.
n
nSiccome siamo ormai abituati agli sprechi, ai margini spesso esagerati di profitto che perseguono alcuni imprenditori, alle distrazioni delle Istituzioni preposte ai controlli, alle corruzioni e ruberie parallele, piacerebbe molto che ogni progetto, soprattutto se innovativo, comprendesse anche un calcolo previsionale realistico del costo finale della produzione, per poterlo paragonare alla situazione in atto che si intenderebbe correggere e auspicabilmente migliorare. Perché è certamente indispensabile ottimizzare drasticamente l’ambiente ma le critiche condizioni economiche del paese (e di una larghissima fascia di cittadini) non consentono di farlo a qualsiasi costo …. ma solo contemperando la miglior salvaguardia dell’ambiente stesso con un effettivo risparmio nella bolletta energetica nazionale.
n
nNel caso dell’energia elettrica, tenuto conto che si tratta di un prodotto assolutamente essenziale, prima di avventurarsi in uno o in un altro progetto "pilota", penso che sarebbe quindi giusto e sacrosanto che le Istituzioni e la gente sapessero in anticipo dai promotori, a chiari numeri e nella massima trasparenza, quale sarà il vantaggio finale concreto per la comunità e per ciascun utente …. il costo finale del kW al consumatore.
n
nReistituendo anche il principio normativo ormai desueto in Italia (a differenza dal resto del mondo civilizzato) in base al quale chi sbaglia paga, in termini di quattrini e, se occorre, di codice penale. Rapidamente e prima che sopravvengano salvifiche prescrizioni. E magari evitando che alla fine di decennali indagini il responsabile venga individuato nel consueto Nemico Pubblico Numero Uno della Repubblica Italiana …. il signor NESSUNO.
n
nVedremo, ad esempio, se sarà stato lui a colpire anche nel recente sfacelo (preannunciato?) delle autostrade siciliane o nel crollo di edifici scolastici appena restaurati. Le dimissioni non bastano, chi avesse sbagliato deve risarcire.

n
nLa ricerca scientifica e tecnologica è importantissima ma, sia pure con qualche eventuale aiuto da parte dello Stato, va effettuata prevalentemente a carico ed onere delle aziende del settore e delle università e poi controllata e certificata dagli Enti Istituzionali competenti prima di essere proposta sul mercato quale "progetto" adeguatamente testato per poter garantire i risultati promessi.
n
nI "progetti" devono appartenere alla realtà e alla concretezza, i "piloti" lasciamoli alla Formula Uno.

n
nTony Alfano
n

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*