Il sindaco di Pantelleria, Salvatore Gino Gabriele, ha chiesto alle scuole del territorio una riflessione sulla tragedia ultima che ha visto la morte di oltre 900 migranti nelle acque del Canale di Sicilia, condividendo un minuto di silenzio e una breve preghiera con tutto il personale del Comune che si è riunito in Sala Consiliare con Padre Salvatore Cipri.
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n“Apprendere di tragedie che riempiono sempre più le nostre acque di vittime inermi – ha detto il sindaco – ci riempie di sconforto e la sensibilità di ciascuno di noi ci porta a compiere piccoli gesti di condivisione e di partecipazione ad una sofferenza che non ha confini. Anche a Pantelleria arrivano, in numero minore, questi fratelli che fuggono dalla guerra, dalle persecuzioni e dalla miseria ma fortunatamente senza che in mare si consumi alcuna tragedia. Non possiamo però non porre attenzione a quello che accade a pochi chilometri dalle nostre coste.”
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n“Possiamo solo affidare questi nostri fratelli al cuore di Dio con la preghiera – ha aggiunto Don Cipri – in questo mondo che sta diventando sempre più piccolo per alcuni versi, dobbiamo però cambiare mentalità per abbattere i confini e unire le culture in un confronto costruttivo. Faccio eco alle parole del Papa che ha detto che questi fratelli sono tutti come noi. Purtroppo rischiamo di abituarci a queste notizie di grandi tragedie di dolore e di morte. Assieme agli interrogativi che ci rivolgiamo quando chiediamo dove sia il Signore in questi contesti, dobbiamo prendere coscienza che liberamente possiamo scegliere di volerci bene, di avere atteggiamenti positivi di accoglienza, lontano da pregiudizi anche se non sempre tutto ci è dato capire.”
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nAnche Sandro Casano, presidente del Consiglio Comunale, è intervenuto:
n“Speravamo di non doverci più incontrare per questi tragici episodi e dover ricordare queste morti assurde. Anche in Consiglio Comunale abbiamo voluto condividere la riflessione ma è veramente triste vedere che ogni volta non ci siano sviluppi positivi rispetto all’accoglienza di questi immigrati che cercano una vita serena lontano dalla miseria e dalle guerre.”
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nIl Vescovo di Mazara del Vallo, Monsignor Domenico Mogavero ha dichiarato:
n“Di fronte a tragedie come queste, le parole rischiano di essere inadeguate, sgomento, dolore, rabbia e indignazione lasciano il posto al silenzio". Ha ribadito quanto sia necessario scegliere le prospettive e le strategie per dare risposte concrete, per cambiare anche impostazione culturale, educativa.
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n“Non siamo di fronte a un piccolo incidente – ha chiarito – ma a un fenomeno epocale, che sta dando un nuovo assetto al mondo. Quando le morti erano unità o decine, si impressionavano soltanto quelli che vedevano i cadaveri, quelli che partecipavano alle operazioni di soccorso. Poi ci hanno impressionato le centinaia di morti, ma tutto è rimasto come prima. Adesso siamo alle migliaia.”
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n“Ognuno di noi deve assumersi, nel proprio ambito, le proprie responsabilità – ha continuato il Vescovo – io, nel mio piccolo, come guida spirituale e religiosa, i politici per tracciare linee progettuali, i mezzi di comunicazione per informare e non fare sensazionalismo. Per fermare lo sfruttamento di esseri umani, che sta all’origine di queste sciagure occorre che gli organismi internazionali, Onu e Unione Europea, attuino piani per riportare la pace nelle zone di guerra e per stroncare il commercio di armi. Sono decisioni politiche complesse ma vanno affrontate. La questione Libia finora è stata elusa e invece è decisiva. L’Europa ha plaudito alla cacciata di Gheddafi ma dopo la sua eliminazione la Libia è stata completamente abbandonata e ora dobbiamo affrontare il problema, per grande che sia. Dobbiamo risolverlo lì il problema, nelle zone di guerra, dove ci sono i perseguitati che scappano".
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nG.C.F.
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n“Apprendere di tragedie che riempiono sempre più le nostre acque di vittime inermi – ha detto il sindaco – ci riempie di sconforto e la sensibilità di ciascuno di noi ci porta a compiere piccoli gesti di condivisione e di partecipazione ad una sofferenza che non ha confini. Anche a Pantelleria arrivano, in numero minore, questi fratelli che fuggono dalla guerra, dalle persecuzioni e dalla miseria ma fortunatamente senza che in mare si consumi alcuna tragedia. Non possiamo però non porre attenzione a quello che accade a pochi chilometri dalle nostre coste.”
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n“Possiamo solo affidare questi nostri fratelli al cuore di Dio con la preghiera – ha aggiunto Don Cipri – in questo mondo che sta diventando sempre più piccolo per alcuni versi, dobbiamo però cambiare mentalità per abbattere i confini e unire le culture in un confronto costruttivo. Faccio eco alle parole del Papa che ha detto che questi fratelli sono tutti come noi. Purtroppo rischiamo di abituarci a queste notizie di grandi tragedie di dolore e di morte. Assieme agli interrogativi che ci rivolgiamo quando chiediamo dove sia il Signore in questi contesti, dobbiamo prendere coscienza che liberamente possiamo scegliere di volerci bene, di avere atteggiamenti positivi di accoglienza, lontano da pregiudizi anche se non sempre tutto ci è dato capire.”
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nAnche Sandro Casano, presidente del Consiglio Comunale, è intervenuto:
n“Speravamo di non doverci più incontrare per questi tragici episodi e dover ricordare queste morti assurde. Anche in Consiglio Comunale abbiamo voluto condividere la riflessione ma è veramente triste vedere che ogni volta non ci siano sviluppi positivi rispetto all’accoglienza di questi immigrati che cercano una vita serena lontano dalla miseria e dalle guerre.”
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nIl Vescovo di Mazara del Vallo, Monsignor Domenico Mogavero ha dichiarato:
n“Di fronte a tragedie come queste, le parole rischiano di essere inadeguate, sgomento, dolore, rabbia e indignazione lasciano il posto al silenzio". Ha ribadito quanto sia necessario scegliere le prospettive e le strategie per dare risposte concrete, per cambiare anche impostazione culturale, educativa.
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n“Non siamo di fronte a un piccolo incidente – ha chiarito – ma a un fenomeno epocale, che sta dando un nuovo assetto al mondo. Quando le morti erano unità o decine, si impressionavano soltanto quelli che vedevano i cadaveri, quelli che partecipavano alle operazioni di soccorso. Poi ci hanno impressionato le centinaia di morti, ma tutto è rimasto come prima. Adesso siamo alle migliaia.”
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n“Ognuno di noi deve assumersi, nel proprio ambito, le proprie responsabilità – ha continuato il Vescovo – io, nel mio piccolo, come guida spirituale e religiosa, i politici per tracciare linee progettuali, i mezzi di comunicazione per informare e non fare sensazionalismo. Per fermare lo sfruttamento di esseri umani, che sta all’origine di queste sciagure occorre che gli organismi internazionali, Onu e Unione Europea, attuino piani per riportare la pace nelle zone di guerra e per stroncare il commercio di armi. Sono decisioni politiche complesse ma vanno affrontate. La questione Libia finora è stata elusa e invece è decisiva. L’Europa ha plaudito alla cacciata di Gheddafi ma dopo la sua eliminazione la Libia è stata completamente abbandonata e ora dobbiamo affrontare il problema, per grande che sia. Dobbiamo risolverlo lì il problema, nelle zone di guerra, dove ci sono i perseguitati che scappano".
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