Un pantesco su tre non è andato a votare, mentre il dato generale della Sicilia dice che ha votato uno su due fra gli elettori aventi diritto. A Pantelleria i votanti sono stati 1997 su 6494 aventi diritto, 915 femmine e 1082 maschi. La percentuale è stata quindi del 30,75% a fronte del 47,42% del dato regionale. Il primo dato oggettivo che emerge prorompente è quindi il grande astensionismo registrato a Pantelleria che risulta di gran lunga superiore a quello regionale; un dato con il quale bisognerà fare i conti per qualsiasi riflessione si voglia iniziare guardando al futuro.
Il secondo dato oggettivo è il successo personale del candidato pantesco Leonardo Giglio che con 411 preferenze ha di fatto portato la lista a cui era collegato al primo posto nella graduatoria pantesca. Questo successo di lista non viene poi confermato a livello provinciale e regionale. A seguire ecco i candidati più votati: Toni Scilla con 201 preferenze, Girolamo Turano con 141 preferenze, Davide Durante con 64 preferenze, Giacomo Sucameli con 58 preferenze, Cettina Spataro con 55 preferenze, Camillo Oddo con 49 preferenze e Mario Ragusa con 47 preferenze.
Se invece guardiamo ai risultati delle coalizioni possiamo definire l’ordine delle prime cinque: Giovanna Marano 447, Rosario Crocetta 334, Gianfranco Miccichè 322, Nello Musumeci 321, Giancarlo Cancelleri 227. Quest’ultimo è il candidato presidente del Movimento 5 Stelle che anche a Pantelleria risulta il primo partito, considerato che le altre sono coalizioni formate da più liste.
Il dettaglio poi del voto pantesco può essere analizzato utilizzando criteri diversi a seconda dell’informazione che il lettore vuole cercare. I dati riferiti alle coalizioni, quelli legati ai singoli candidati presidenti, piuttosto che i risultati delle liste provinciali o quelli legati alle preferenze espresse portano a “graduatorie” diverse. Da qui può emergere che ad una singola lista provinciale premiata dagli elettori non sempre corrisponde un eguale successo della coalizione in cui la lista è inserita. Oppure, il successo di un candidato che ha ottenuto numerose preferenze viene poi annullato dal dato regionale, per cui la lista nella quale il candidato è inserito non viene poi premiata a livello provinciale o regionale. Il consenso ottenuto da un candidato a Pantelleria può non trovare corrispondenza a livello provinciale e quindi il candidato alla fine non risulta eletto. Quest’ultima lettura può essere fatta anche al contrario: un candidato eletto nelle liste provinciali può non aver ottenuto preferenze a Pantelleria. Se a tutto ciò si aggiunge la possibilità del voto disgiunto che permetteva di dare la preferenza al candidato di una certa lista e votare poi un candidato presidente appartenente ad una coalizione diversa, si può capire quanto sia complesso analizzare i dati finali per comprendere le vere scelte dell’elettore. Anche se il panorama può sembrare contorto e poco comprensibile è importante però conoscere questi elementi che fanno parte di una legge elettorale, valida solo per le Regioni a Statuto speciale, che di fatto si è rivelata un guazzabuglio che può portare all’ingovernabilità.
Sono comunque stati riportati i soli dati oggettivi desunti dal voto dei panteschi, le riflessioni e i commenti possono prendere strade diverse legate alle aspettative personali più o meno disattese, alla credibilità affidata ad un candidato o ad una coalizione specifica e naturalmente alla disaffezione e alla protesta che hanno tenuto lontano i panteschi dalle urne. A bocce ferme si riprenderà il confronto.
Giovanna Cornado Ferlucci
Lascia un commento