Michele Cossyro racconta come è nata l’idea della scultura che ieri ha aperto le “danze” dell’Expo, posizionata al centro del Cluster Bio Mediterraneo con un pannello alle spalle di 3 metri per 3 metri e mezzo.
nUn fiume di parole, la voce carica di emozione… Michele parla della sua creatura sentendo che quel tralcio lo ha riallacciato alle sue radici e come una grande eco lo ha riportato alla sua Pantelleria, fonte di ispirazione di molte sue opere che hanno fatto il giro del mondo.
nRaramente l’artista Cossyro spiega le sue opere, di solito lascia che siano esse a rivelarsi e a parlare al cuore e alla mente del visitatore e ben lo sanno i critici d’arte che lo seguono nei suoi viaggi reali e metaforici in terre d’oltremare e d’oltreoceano. Ma questa volta Michele lascia fluire la tensione artistica, che lo ha ispirato nel forgiare questa “vite ad alberello”, in un racconto che racchiude tutto l’amore per la sua terra natia, il rispetto per il lavoro dei suoi padri, la consapevolezza della forza di una natura che il contadino pantesco ha sempre saputo assecondare per trasformare poi in frutti preziosi. Un racconto nel quale parla l’anima dell’artista pantesco.
nBuona lettura!
n“Quando il sindaco mi ha chiesto circa un mese fa, quasi all’ultimo minuto, di affrontare questo lavoro per rappresentare l’isola all’Expo non ho dormito la notte, ma il giorno dopo mi è maturata l’idea. Sono voluto entrare dentro la forza e l’energia della natura, dentro l’albero della vite di Pantelleria quando durante l’inverno è spoglio, cioè quando è nudo. Coglierlo poi quando sta per germogliare perchè trovavo scontato il fatto di fare il tralcio di vite con la foglia e il grande grappolone. Le nostre piante durante l’inverno sembrano delle crocifissioni, chiuse in una conca tutte allineate, hanno un’idea quasi di sofferenza, di dolore, della fatica dell’uomo che le coltiva…. poi invece il miracolo avviene a fine aprile quando iniziano i germogli. Ho voluto rappresentare l’attimo in cui spuntano le foglie e nascono i grappolini, è questo il momento più tragico, perchè ricordo bene che nel mese di maggio, il più cruento sull’isola, si teme sempre “la ventuliata”, cioè il vento che può distruggere il sogno di una annata meravigliosa. Ho voluto cercare di fissare quell’attimo in cui c’è questa energia della materia che poi diventerà il frutto, il miracolo che è solo di Pantelleria.
nPoi ho osato un po’ di più. Guardando la scritta riportata sul pannello “Pantelleria Patrimonio dell’Umanità” si potrebbe osservare che in realtà non è Pantelleria patrimonio dell’umanità ma lo è la pratica agricola. Però pensando che tutta l’isola è coltivata con l’alberello ho voluto rappresentare che tutta Pantelleria è veramente patrimonio dell’umanità. L’alberello in bronzo sta su un piano a specchio di acciaio dove c’è la sagoma piccola dell’isola e poi quest’isola si dilata a parete come sagoma per l’umanità. Nella parte di sinistra della parete ho voluto rappresentare il concetto dell’uva come oro di Pantelleria, sono chicchi d’oro, una lavorazione in ceramica trattata a lustro di oro zecchino. Forme disseminate a parete come se fossero stelle o luci provenienti dallo spazio. Sul posto ho poi disegnato una foglia per dare l’idea naturalistica della composizione. Ho quindi voluto rappresentare l’origine della vita, l’inizio di questo miracolo… l’alberello è un tronco sofferto, porta i segni di tutte le potature che si sono susseguite, è quasi dilaniato nella forma. E’ talmente vero che la gente chiede se sia di legno. L’ho voluto stilizzare il meno possibile, le foglie ad esempio non sono calchi di uno stesso modello ma ci sono foglie piccole e foglie più grandi, ci sono i viticci e i cirri, il grappolino che si sta per formare accanto a quello già corposo. Non c’è staticità ma movimento della natura. Inizialmente volevo fare anche la conca ma poi aver scelto la base in acciaio mi ha permesso di richiamare il tema dell’acqua, del mare in cui la nostra isola è immersa.”
nGiovanna Cornado Ferlucci
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nUn fiume di parole, la voce carica di emozione… Michele parla della sua creatura sentendo che quel tralcio lo ha riallacciato alle sue radici e come una grande eco lo ha riportato alla sua Pantelleria, fonte di ispirazione di molte sue opere che hanno fatto il giro del mondo.
nRaramente l’artista Cossyro spiega le sue opere, di solito lascia che siano esse a rivelarsi e a parlare al cuore e alla mente del visitatore e ben lo sanno i critici d’arte che lo seguono nei suoi viaggi reali e metaforici in terre d’oltremare e d’oltreoceano. Ma questa volta Michele lascia fluire la tensione artistica, che lo ha ispirato nel forgiare questa “vite ad alberello”, in un racconto che racchiude tutto l’amore per la sua terra natia, il rispetto per il lavoro dei suoi padri, la consapevolezza della forza di una natura che il contadino pantesco ha sempre saputo assecondare per trasformare poi in frutti preziosi. Un racconto nel quale parla l’anima dell’artista pantesco.
nBuona lettura!
n“Quando il sindaco mi ha chiesto circa un mese fa, quasi all’ultimo minuto, di affrontare questo lavoro per rappresentare l’isola all’Expo non ho dormito la notte, ma il giorno dopo mi è maturata l’idea. Sono voluto entrare dentro la forza e l’energia della natura, dentro l’albero della vite di Pantelleria quando durante l’inverno è spoglio, cioè quando è nudo. Coglierlo poi quando sta per germogliare perchè trovavo scontato il fatto di fare il tralcio di vite con la foglia e il grande grappolone. Le nostre piante durante l’inverno sembrano delle crocifissioni, chiuse in una conca tutte allineate, hanno un’idea quasi di sofferenza, di dolore, della fatica dell’uomo che le coltiva…. poi invece il miracolo avviene a fine aprile quando iniziano i germogli. Ho voluto rappresentare l’attimo in cui spuntano le foglie e nascono i grappolini, è questo il momento più tragico, perchè ricordo bene che nel mese di maggio, il più cruento sull’isola, si teme sempre “la ventuliata”, cioè il vento che può distruggere il sogno di una annata meravigliosa. Ho voluto cercare di fissare quell’attimo in cui c’è questa energia della materia che poi diventerà il frutto, il miracolo che è solo di Pantelleria.
nPoi ho osato un po’ di più. Guardando la scritta riportata sul pannello “Pantelleria Patrimonio dell’Umanità” si potrebbe osservare che in realtà non è Pantelleria patrimonio dell’umanità ma lo è la pratica agricola. Però pensando che tutta l’isola è coltivata con l’alberello ho voluto rappresentare che tutta Pantelleria è veramente patrimonio dell’umanità. L’alberello in bronzo sta su un piano a specchio di acciaio dove c’è la sagoma piccola dell’isola e poi quest’isola si dilata a parete come sagoma per l’umanità. Nella parte di sinistra della parete ho voluto rappresentare il concetto dell’uva come oro di Pantelleria, sono chicchi d’oro, una lavorazione in ceramica trattata a lustro di oro zecchino. Forme disseminate a parete come se fossero stelle o luci provenienti dallo spazio. Sul posto ho poi disegnato una foglia per dare l’idea naturalistica della composizione. Ho quindi voluto rappresentare l’origine della vita, l’inizio di questo miracolo… l’alberello è un tronco sofferto, porta i segni di tutte le potature che si sono susseguite, è quasi dilaniato nella forma. E’ talmente vero che la gente chiede se sia di legno. L’ho voluto stilizzare il meno possibile, le foglie ad esempio non sono calchi di uno stesso modello ma ci sono foglie piccole e foglie più grandi, ci sono i viticci e i cirri, il grappolino che si sta per formare accanto a quello già corposo. Non c’è staticità ma movimento della natura. Inizialmente volevo fare anche la conca ma poi aver scelto la base in acciaio mi ha permesso di richiamare il tema dell’acqua, del mare in cui la nostra isola è immersa.”
nGiovanna Cornado Ferlucci
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n LA VITICULTURA PANTESCA
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Tra le iniziative che vedranno Pantelleria al centro dell’attenzione nella prima settimana dell’Expo, oggi 2 Maggio presso il Cluster Bio Mediterraneo si svolgerà uno speak easy a cui interverranno Benedetto Renda, amministratore delegato della Carlo Pellegrino, il sindaco di Pantelleria Salvatore Gino Gabriele, che avrà come tema la vitivinicoltura pantesca. Si brinderà con i vini prodotti nell’isola dall’azienda. L’incontro sarà moderato da Andrea Gabbrielli
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