Platone sosteneva che il bello è ciò che offre agli occhi armonia.
L’arte dell’uomo non è altro che una imitazione della natura e non “un’espressione diretta del bello”.
Ad esempio se il dammuso e i terrazzamenti fossero stati costruiti per uno scopo di piacere a se stessi, ossia senza uno scopo funzionale, avrebbero avuto una bellezza meno sentita e finalizzata a non armonizzare il sentimento di emozione di quando si vede “il bello”.
Sempre nell’antichità, per altri, il bello non è simmetria, ma ciò che risplende nella simmetria. Una statua è bella perchè l’arte l’ha resa non solo simmetrica ma anche una rappresentazione di un sentimento del bello che va oltre alla simmetria stessa.
Il bello è l’intuizione dell’artista, il suo genio che crea l’unità fra le molteplici parti di un oggetto.
Il bello è creazione dell’intelligenza.
Nei tempi moderni Kant ritiene che il bello è ciò che procura soddisfazione di carattere universale, non esprimibile mediante concetti, libero da qualsiasi fine utilitario e morale. Le cose non sono belle per la loro intima costituzione ma perchè sono capaci di eccitare in maniera armoniosa le nostre forze spirituali.
Più recentemente Benedetto Croce ritiene che il bello non è un “fatto fisico”, non ha nulla a che vedere col “l’utile”, col piacere, col dolore, con la morale, non è un oggetto di conoscenza concettuale; il bello è dunque ciò che produce uno stato d’animo libero di ogni interesse pratico o logico, un’espressione che si esprime in una pura immagine, oggetto di intuizione, che è conoscenza immediata e fantastica di un momento della vita dello spirito considerato nella sua singolarità.
Se ci concentriamo in ciò che Kant sostiene ossia sulla frase: “il bello è ciò che procura soddisfazione di carattere universale, libero da qualsiasi fine utilitario e morale. Le cose non sono belle per la loro intima costituzione ma perchè sono capaci di eccitare in maniera armoniosa il nostro spirito”, ebbene, questa frase ci fa capire come bisognerebbe maggiormente concentrarsi su questa “soddisfazione di carattere universale”.
Cosa hanno fatto questi millenni di antropizzazione di Pantelleria? Hanno fatto innamorare gli amanti dell’isola, così innamorati da comprar casa. E una volta comprata casa sarebbe giusto conservare questa possibilità di “emozionare il mondo” rispettando l’armonia dell’isola, non privandola della sua unicità, concedendole il privilegio di non essere omologata. In poche parole: rispettando il bello!
Giuseppe Ferreri
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