Caro Direttore,
tramite Pantelleria Internet vorrei esternare alcune mie riflessioni circa la situazione in cui versa la nostra amata Isola. Apro con un intercalare che usava dire mio nonno Mariano: "jé m’ perdu" (io mi perdo – sono costernato). Parto da una delle ultime notizie lette: una partoriente è stata trasferita in elicottero presso un ospedale della provincia di Trapani per dare alla luce il proprio figlio (o figlia). Quindi, malgrado le proteste, le promesse, l’ospedale "B. Nagar" non ha più "il punto nascite". "Ope legis" l’ospedale di Pantelleria é stato considerato come se stesse sulla terraferma. Siamo alla follia pura e all’annientamento del buon senso. Si sta attuando la riorganizzazione e la riduzione delle spese sanitarie a scapito della salute degli isolani. Con quello che costa l’elisoccorso fisso, potevano essere assunti almeno altri 2 medici. Un’altra riflessione vorrei fare: così, come é impostato, l’elisoccorso ha un effetto parziale di celerità per la salvaguardia della salute del paziente interessato, in quanto lo stesso deve essere trasportato in ambulanza presso l’aeroporto dove é di stanza l’elicottero. Chiunque s’intenda di medicina sa che, nei casi gravi, i minuti che trascorrono sono esiziali. L’elisoccorso può essere utile soltanto con una postazione (pista) fissa nell’area dell’ospedale alla stregua degli altri nosocomi attrezzati della cosiddetta terraferma. Ho seguito con un certo patema il mancato arrivo delle derrate alimentari e soprattutto della farina: il cattivo tempo non permetteva la partenza da Trapani della nave da trasporto merci e meno male che ci sono sempre valorosi capitani. Grazie a voi per quello che avete fatto. Durante la mia infanzia e adolescenza a Pantelleria e successivamente, non ricordo di aver vissuto simili situazioni. Lo posso testimoniare senza ombra di dubbio perché chi scrive veniva trasportato dalla banchina del lungomare con una "lancia" al piroscafo attraccato al largo: il porto ancora non esisteva,. Coraggio panteschi!!! Vorrei abbracciarvi tutti in segno di affetto e solidarietà; non lasciatevi sopraffare dagli eventi negativi, ricordandovi sempre che le colpe non sono da ricercare "a Roma" – come qualche volta ho sentito dire parlando con qualche amico d’infanzia – bensì molto più vicino all’isola: la provincia di Trapani e la regione Sicilia. Buon Natale e Buon Anno a tutti, alla faccia dei Maya!!!!
Pietro Miele
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