Incredibile, ma vero, tristemente vero: “Punto nascita abolito”; “I nostri figli nasceranno tutti ad Erice”; “I panteschi sono destinati ad estinguersi”.
La disgraziata notizia, ormai da giorni alla ribalta sul nostro giornale web attraverso le sconcertanti riflessioni di coloro i quali – isolani e non – partecipano con amarezza alle massacranti disavventure della nostra terra, nonché argomento prioritario di discussione nell’intimità delle mura domestiche, pubblicamente per le strade e nei luoghi di lavoro e di ritrovo, sembra tuttavia, ed a piena ragione, non voler demordere di fronte a quanti ammoniscono che, di lì a poco, verrà soppiantata da nuove più recenti e “stimolanti”.
Stavolta, però, non ci si può, e non ci si deve astenere da quella caparbietà costante e pressante che forse non ci contraddistingue, ma che ora risulta necessaria, al fine di poter davvero cambiare le sorti di “un pezzo di roccia scomodo, buono solo per le vacanze dei ricchi”, come il dottor Gianluigi Savoia ha giustamente asserito in un precedente articolo, evidenziando la “miopia morale, culturale ed umana” dei dirigenti di ASP, i quali tralasciano la veritiera concretezza di “un’isola abitata da persone con esigenze, bisogni, sogni, desideri…”.
Ora più che mai, un sussulto di dignità si rende vitale; “un’azione forte, anzi fortissima”, riprendendo la proposta risolutiva, sulle pagine più recenti del giornale, del nostro Giovan Battista Zona, geograficamente distante, ma col cuore sempre partecipe alle infelici vicende delle proprie radici.
Come un fulmine a ciel sereno, la circolare firmata dal dottor Bavetta. E, nel pieno rispetto del difficile e grandioso incarico a rappresentare l’isola tutta, quasi una richiesta d’intervento caritativo, la protesta del Commissario Straordinario Ingegner Giuseppe Piazza e del Presidente del Consiglio comunale Giuseppe Spata, seguita dalle intense iniziative del Comitato Pro Sanità e dalla valida e coinvolgente campagna a favore della permanenza del punto nascita di Pantelleria all’attenzione dell’autorità provinciale e regionale da parte del giornalista Italo Cucci e del Direttore di Pantelleria Internet Salvatore Gabriele, con la chiara constatazione che le “promesse fatte dalla politica nostrana prima delle elezioni sono destinate, purtroppo, ad essere subito dopo rinnegate”, come se si dovesse elemosinare un compito assistenziale concepito invece come un obbligo della società, come un fine dello Stato. Paradossale la giustificazione della chiusura del punto nascita con la fredda definizione di “razionalizzazione delle risorse”, proprio nel momento in cui forze “sotterranee”, a Pantelleria, s’impegnano tenacemente nel dare impulso ad un ottimale sviluppo evolutivo dei fanciulli, per i quali sono stati reclamati fondamentali diritti correlati ad attività ludiche inesistenti sul nostro territorio, veri e propri bisogni legati alla crescita umana. “Geografia, storia, psicologia sono con noi. E non sarà la politica spicciola ed insensibile a toglierci il punto nascita andando contro ogni legge, specie quella del cuore”, ha asserito Alice Bernardo, donna con riferimenti psicopedagogici ideali di alto profilo, promotrice con “Dai, giochiamo!” di “Regalo di Natale- Sette giorni di festa per bambini”. Abbiamo, dunque, la facoltà di non farci intontire ed assopire dall’ipnotismo politico, ricordando a quanti manipolano la nostra esistenza il senso della responsabilità morale in ogni decisione che potrebbe mutilarci? Ci è consentito far presente che, a termini di Costituzione, lo Stato deve provvedere a proteggere la maternità (art.31), non certamente con l’ “astensione obbligatoria” anticipata per recarsi sulla terraferma, sempre che l’impresa umana vada in ogni caso a buon fine? Ancor prima della psicologia prenatale, i cinesi, che non a caso iniziano a contare l’età di una persona dal momento del concepimento, ci insegnano l’importanza della vita intrauterina, del feto che, all’interno del grembo materno, non si nutre unicamente del cibo introdotto dalla madre, ma soprattutto dei suoi alimenti emotivi, assorbendone sentimenti di serenità o, al contrario, di ansia, preoccupazione ed inquietudine. Quanto ci si preoccupa, a riguardo, per le future mamme pantesche? E che ne sarà di tutti i bambini costretti a nascere in modo innaturale, mettendo a repentaglio la loro futura personalità, a causa di un “viaggio della speranza” che si potrebbe benissimo risparmiare, se solo si eliminasse l’eccesso del superfluo materiale? L’impossibile avviene solo quando il cuore delle persone prende il sopravvento. Da parte mia, l’augurio che questo nuovo anno possa aprire la strada a “scoperte” interiori più rilevanti ed autorevoli rispetto alle finte coperture esteriori, prive di coscienza sociale. Il coraggio morale “è la qualità essenziale, vitale, per quelli che cercano di cambiare quel mondo che solo a malincuore accetta i mutamenti”- ereditiamo da Edward Kennedy – “Pochi avranno la grandezza per raggiungere la storia, ma ciascuno di noi può agire per cambiare qualcosa nel mondo, e nell’insieme di tutte queste gesta sarà scritta la storia di questa generazione”. Ogni volta che difendiamo i nostri diritti, mettendo allo scoperto anche la minima ingiustizia – così come ogni volta ci adoperiamo nei nostri doveri -, promuoviamo una piccola speranza orientandoci, insieme, verso l’abbattimento degli ostacoli più resistenti. Un coraggioso 2013 a tutti.
Franca Zona
Lascia un commento